Per chi accede alla pensione con la RITA ci sono perdite sul futuro assegno di pensione di vecchiaia?
La rendita integrativa temporanea anticipata, conosciuta come RITA, permette il pensionamento a partire dai 57 anni ai lavoratori che risultano disoccupati da almeno 24 mesi e a 62 anni ai lavoratori ancora in servizio. In entrambi i casi sono richiesti almeno 20 anni di contributi versati (per avere diritto alla pensione di vecchiaia al compimento dei 67 anni) e almeno 5 anni di contributi versati nel fondo pensione complementare che erogherà la rendita mensile.
Rispondiamo ad una lettrice di Money.it che ci scrive:
“Buonasera, lavoro dal 2000 faccio il collaboratore scolastico ho aderito al fondo esperto nel 2003, sono nata a febbraio 1956 posso fare domanda di pensionamento con Rita, se è si perdo qualcosa sull assegno pensionistico. Grazie anticipatamente.”.
Pensione con rendita
E’ bene chiarire subito che la RITA non viene erogata dall’INPS ma dal fondo pensione complementare (che nel suo caso è il fondo Espero). Il capitale versato sotto forma di contributi nel fondo, infatti, andrà a finanziare l’anticipo e la rendita mensile è data dalla percentuale di capitale che si vuole utilizzare per i mesi di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia.
Di fatto, quindi, la RITA in nessun modo danneggia la futura pensione di vecchiaia in quanto la stessa sarà, poi, calcolata sui contributi versati all’INPS che non sono stati minimamente utilizzati per il finanziamento della RITA.
Ovviamente se accede alla RITA verrà meno l’eventuale pensione integrativa che ha tentato di costruirsi versando nel fondo Espero per quasi 20 anni poichè i soldi che ha versato le saranno restituiti (rivalutati) mese dopo mese per gli anni che anticipa rispetto ai 67 anni. Se non utilizza tutto il capitale per finanziare la RITA, invece, le rimarrà una parte di esso da ricevere come pensione integrativa a quella di vecchiaia.
In ogni caso l’unica penalizzazione che avrebbe sulla pensione di vecchiaia sarebbe data dai contributi in meno versati negli anni di anticipo: se accede alla RITA adesso, infatti, lo fa con 21 anni di contributi versati all’INPS. Se, invece, continuasse a lavorare fino al 67 anni verserebbe altri contributi (circa 1 anno e mezzo) che andrebbero ad incrementare l’importo della sua pensione di vecchiaia.
In ogni caso prima di prendere una decisione le consiglio di confrontarsi con il consulente del fondo Espero che la segue per capire l’importo che avrebbe mensilmente come RITA e quello che avrebbe, sempre dal fondo Espero, come pensione integrativa per capire la reale convenienza di accedere alla RITA oggi (che poi appartenendo al comparto scuola dovrebbe in ogni caso attendere il 1 settembre 2022 per poter lasciare il posto di lavoro e di fatto anticiperebbe la pensione di un solo anno).
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