Pensione di vecchiaia a 67 anni, quando non spetta c’è sempre l’assegno sociale?

Lorenzo Rubini

5 Dicembre 2021 - 19:05

Non sempre al raggiungimento dei 67 anni si raggiunge un diritto alla pensione per contributi versati, ma quando c’è il diritto all’assegno sociale?

Pensione di vecchiaia a 67 anni, quando non spetta c’è sempre l’assegno sociale?

La pensione di vecchiaia viene riconosciuta al compimento dei 67 anni a chi ha versato almeno 20 anni di contributi. Se si rientra nei requisiti previsti dalla Legge Amato del 1992 potrebbero bastare anche soltanto 15 anni di contributi. In caso contrario l’unica prestazione a cui si può avere diritto al compimento dei 67 anni è solo l’assegno sociale.

Ma quest’ultimo spetta soltanto in presenza del rispetto dei limiti reddituali imposti dalla legge che prendono in esame non solo i redditi del richiedente ma anche quelli del coniuge. In questo articolo provvederemo a dare qualche risposta ad un lettore di Money.it che si trova in difficoltà nel riconoscimento del diritto alla pensione di vecchiaia.

Pensione di vecchiaia o assegno sociale?

“Buonasera. Il mio nome è Antonio. Ho 67 anni compiuti (05/04/1954). Mi rivolgo a Voi in quanto ho problemi affinché mi venga riconosciuta la pensione ed espongo quanto segue.
Da un calcolo dell’estratto conto da parte dell’I.N.P.S. risulta che io ho 14 anni di contributi, mentre da un calcolo effettuato da me, risulta che ho addirittura più di 15 anni e preciso che questi anni li ho maturati entro il 1992. Dico questo in quanto, come mi è stato suggerito, potrei rientrare nella Legge Amato. Faccio inoltre presente che sono a carico di mia moglie che ha uno stipendio mensile di € 1.500 netti e oltre a me, c’è nostra figlia, di 23 anni che non lavora e frequenta l’università. Quindi sono qui a chiederVi: a) posso rientrare in questa pensione Legge Amato? - b) Nel caso non avessi, come mi viene riferito dall’I.N.P.S., questi 15 anni, posso trovare la possibilità di completare questo eventuale anno mancante? Come e quando mi verrebbe da pagare? - c) Nel caso tutto ciò non potesse avvenire, potrei avere diritto ad una pensione sociale o quanto meno avere una parte di pensione per questi 14 anni versati? -d) Ma può l’I.N.P.S. appropriarsi di questi miei 14 anni di contributi versati?
Vi chiedo la cortesia, l’attenzione a questa mia problematica/situazione, perché come potete immaginare, vivere in una casa con affitto, tutte le spese che possono esserci, con una figlia all’università e con un solo stipendio, quello di mia moglie, credetemi, è molto faticoso.
Grazie per l’attenzione. Attendo una Vostra cortese risposta/contatto.”

Senza i 20 anni di contributi la pensione di vecchiaia le spetta solo se rientra nei requisiti stabiliti dalla legge Amato. Nella prima deroga, prevista da questa legge, si richiede al lavoratore di aver versato almeno 15 anni di contributi e che siano tutti collocati prima della fine del 1992.

Pensione con legge Amato

Per rispondere alla sua prima domanda: se tutti i suoi contributi sono stati versati entro la fine del 1992 sì, può rientrare in questa legge per pensionarsi. Ma occorrono almeno 15 anni di contributi e, purtroppo, se non li ha maturati o trova il modo di collocare contribuzione prima del 1992 o non avrà diritto al pensionamento.

Può versare l’anno di contributi mancante cercando nella sua storia contributiva un buco che le consenta il riscatto dei 12 mesi necessari. Ovviamente si deve trattare di un periodo riconosciuto dalla legge che potrebbe essere, ad esempio, il periodo prestato al servizio dello stato come militare (in questo caso il riconoscimento dei 12 mesi di contributi è gratuito) o riscattando periodi dedicati al conseguimento della laurea.

I periodi che va a riscattare, in ogni caso devono collocarsi temporalmente prima del 1992 per poter beneficiare del pensionamento con 15 anni di contributi. Il mio consiglio è quello di recarsi presso un patronato di fiducia per poter scandagliare la sua storia contributiva alla ricerca di un periodo che possa essere riscattato in base a quello che stabilisce la normativa.

Quando l’assegno sociale?

Per rispondere, alla sua terza domanda, se non rientra nel pensionamento con la Legge Amato, purtroppo, lavorando sua moglie e avendo un reddito che supera quello stabilito per i coniugi dalla normativa, non avrà diritto all’assegno sociale (che per il reddito coniugale fissa il limite a 11.967,28 euro l’anno).

Per risponde alla sua ultima domanda: la risposta è sì. I contributi da lavoro vanno versati obbligatoriamente e, anche se non danno luogo ad alcuna pensione perché insufficienti, non vengono restituiti. Non ha diritto, purtroppo, neanche ad una parte di pensione poichè la normativa previdenziale italiana non permette di accedere alla quiescenza come e quando si desidera, si devono centrare i requisiti anagrafici e contributivi richiesti per avere liquidata la propria pensione.

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