Pensione nel 2021, ecco come: tutte le opzioni possibili

Teresa Maddonni

22/01/2021

Per la pensione nel 2021 sono diverse le opzioni possibili: si va dal minimo dei 5 anni di contributi all’anticipo con Quota 100 e Opzione donna fino agli scivoli pensionistici.

Pensione nel 2021, ecco come: tutte le opzioni possibili

Per andare in pensione nel 2021 sono diverse le opzioni possibili e che variano di poco rispetto allo scorso anno.

Per la pensione nel 2021 sono infatti confermate, grazie alla Legge di Bilancio 2021, Ape sociale e Opzione donna per un altro anno, mentre Quota 100 dovrebbe concludere il suo ultimo anno del triennio sperimentale.

Restano al solito per la pensione nel 2021 anche Quota 41 e quella anticipata con il solo requisito contributivo.

La Legge di Bilancio ha poi confermato anche due misure per il 2021, che più che di due forme di pensione anticipata rappresentano in verità uno scivolo, si tratta dell’Isopensione e del contratto di espansione, quest’ultimo per l’anno in corso, a fronte dell’emergenza sanitaria, sarà rivolto anche alle imprese con almeno 250 dipendenti o 500.

Tutto sommato per le pensioni nel 2021 non vi sono grandi stravolgimenti, se non per gli esodati (solo una parte) che finalmente potranno andare in pensione con la nona salvaguardia. Nessuna novità nel 2021 per la pensione di vecchiaia.

Un piccolo cambiamento dal 1° gennaio 2021 c’è nell’importo grazie al tasso di rivalutazione definitivo per il 2020.

Vediamo nel dettaglio quali sono tutte le opzioni possibili per andare in pensione nel 2021.

Pensione nel 2021 con Quota 41

In pensione nel 2021 si può andare con Quota 41, la pensione anticipata per coloro che sono definiti lavoratori precoci.

Chi vuole andare in pensione con Quota 41 deve infatti rispettare determinati requisiti ovvero vantare 12 mesi di contribuzione prima del compimento dei 19 anni di età. Per andare in pensione nel 2021 con Quota 41 bisogna anche far parte di una delle seguenti categorie:

  • disoccupati che hanno smesso di percepire da almeno 3 mesi dell’indennità sostitutiva di disoccupazione;
  • invalidi con percentuale almeno del 74%;
  • caregiver;
  • lavoratori impegnati in mansioni usuranti.

La pensione con Quota 41 viene riconosciuta dopo tre mesi dalla decorrenza.

Pensione nel 2021 per chi ha iniziato a lavorare prima e dopo il 1996

Vediamo ora, per andare in pensione nel 2021, qual è la differenza tra coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1° gennaio 1996, data che ha segnato il passaggio dal regime retributivo al contributivo, e chi lo ha fatto dopo.

Per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 vi è la possibilità di andare in pensione con due opzioni:

  • pensione di vecchiaia con età anagrafica pari a 67 anni, oltre a 20 anni di contributi (con la possibilità per alcuni lavoratori di accedere alla pensione a 66 anni e 7 mesi di età, e per altri di andarci con 15 anni di contributi);
  • pensione anticipata senza il requisito anagrafico ma solo con quello contributivo ovvero 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996, invece, le regole per andare in pensione nel 2021 sono differenti.

Alla pensione di vecchiaia possono accedervi anche coloro che rientrano interamente nel regime contributivo avendo iniziato a lavorare dopo il 1996. Tuttavia costoro devono anche aver maturato un importo della pensione superiore ad 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale.

L’importo per il 2021 è pari a 460,28€. Quindi, per poter andare in pensione nel 2021 con la pensione di vecchiaia bisogna aver maturato un assegno mensile vicino ai 690 euro.

Esistono però, anche nel 2021, due opzioni soltanto contributive per andare in pensione:

  • pensione di vecchiaia con 71 anni di età e 5 anni di contributi;
  • pensione anticipata con 64 anni di età e 20 anni di contributi.

L’assegno di pensione maturato deve essere almeno pari a 2,8 volte l’assegno sociale. Per andare in pensione con questa formula nel 2021, quindi, è necessario che l’assegno di pensione sia vicino ai 1.288,78 €.

Pensione nel 2021 con Quota 100

In pensione nel 2021 si potrà andare anche con Quota 100, che conclude quest’anno il suo triennio di sperimentazione. Chi matura quindi i requisiti entro il 31 dicembre 2021 potrà andare in pensione anticipata. Ma quali sono questi requisiti?

Per andare in pensione nel 2021 con Quota 100 bisogna avere:

  • 62 anni di età;
  • 38 anni di contributi.

Anche per Quota 100, come per Quota 41, esiste tuttavia una finestra di uscita tra il raggiungimento dei requisiti e la decorrenza della pensione. Le finestre nel dettaglio sono due:

  • 3 mesi per i dipendenti del settore privato;
  • 6 mesi per i dipendenti pubblici.

Pensione nel 2021 con Opzione Donna e l’Ape Sociale

In pensione nel 2021 si potrà andare anche con Opzione donna e Ape sociale entrambe confermate con la Legge di Bilancio, prorogate per un altro anno.

Opzione donna è la forma di pensione anticipata per le lavoratrici dipendenti e autonome che rispettino determinati requisiti che siano stati maturati entro il 31 dicembre 2020.

I requisiti per Opzione donna anche nel 2021 sono:

  • 58 anni di età e 35 anni di contributi per le dipendenti;
  • 59 anni di età e 35 anni di contributi per le autonome.

Anche per Opzione donna esistono due finestre mobili, ovvero il tempo tra la maturazione dei requisiti e la decorrenza della pensione e sono:

  • 12 mesi per le lavoratrici dipendenti;
  • 18 mesi per le lavoratrici autonome.

Ape sociale invece più che un trattamento di pensione anticipata è un’indennità che permette ai soggetti in determinate condizioni, come i disoccupati per esempio, di congedarsi a 63 anni di età e 30 o 36 anni di contributi.

Ape sociale costituisce quindi uno scivolo fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia a 67 anni. L’indennità mensile è a carico dello Stato e non può in ogni caso superare i 1.500 euro mensili.

Le categorie che possono beneficiare di Ape sociale e andare in pensione nel 2021 sono:

  • disoccupati che hanno cessato integralmente, al momento della domanda, di ricevere le prestazioni per gli ammortizzatori sociali da almeno 3 mesi. Il requisito contributivo è di almeno 30 anni;
  • soggetti con invalidità civile pari o superiore al 74% con almeno 30 anni di contributi;
  • persone che assistono parenti di primo grado con disabilità grave con almeno 30 anni di contributi i cosiddetti caregiver;
  • lavoratori occupati in attività gravose con almeno 36 anni di contributi. Questi per beneficiare dell’anticipo pensionistico gratuito devono dimostrare di aver svolto un’attività gravosa per almeno 6 anni negli ultimi 7- rimandiamo all’elenco dettagliato dei lavori gravosi - o per almeno 7 negli ultimi 10.

Per le lavoratrici madri è previsto uno “sconto” contributivo: per ogni figlio, infatti, viene tolto un anno di contributi, fino a un massimo di due anni. Gli anni di contributi richiesti in questo caso sono 28.

In pensione nel 2021 con il contratto di espansione e isopensione

Isopensione e contratto di espansione costituiscono entrambi non tanto delle opzioni possibili per andare in pensione nel 2021, quanto due scivoli per raggiungerla (di vecchiaia o anticipata).

Il contratto di espansione prevede uno scivolo per i lavoratori che si trovino ad almeno 60 mesi, ovvero 5 anni, dalla pensione, maturando un requisito minimo di contributi ovvero 20 anni.

L’isopensione invece è per le aziende con più di 15 dipendenti e permette di accompagnare, tramite accordi sindacali, alla pensione di vecchiaia o anticipata i lavoratori che possano raggiungere i requisiti minimi nei 7 anni successivi.

Grande novità del 2021 riguarda tuttavia gli esodati, quei lavoratori che a causa della Legge Fornero sono ormai da anni senza pensione o reddito da lavoro. Costoro potranno pertanto accedere alla nona salvaguardia facendo richiesta a INPS, ma le risorse copriranno solo 2.400 esodati dei 6.000 stimati.

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