Pensione: quando è possibile sterilizzare i contributi dannosi?

Lorenzo Rubini

22 Settembre 2021 - 19:38

In alcuni casi è possibile non far rientrare nel calcolo dell’assegno della pensione i contributi che ne abbassano l’importo. Vediamo quando è possibile neutralizzare i contributi nocivi.

Pensione: quando è possibile sterilizzare i contributi dannosi?

Alcuni contributi possono essere dannosi per la pensione e, addirittura abbassarne l’importo. E’ un retaggio che ci portiamo dietro da quando la pensione era calcolata interamente con il sistema retributivo visto che lo stesso si basa sulle retribuzioni degli ultimi anni lavorati. Il problema, invece, non si pone allorché la pensione spettante è calcolata con il sistema contributivo.

Il sistema contributivo, infatti, è una sorta di salvadanaio che trasforma in pensione la totalità del valore dei contributi accreditati e anche contributi più bassi, quindi, servono ad incrementare l’importo spettante.

Rispondiamo ad un lettore di Money.it che ci scrive:

“Dal momento che sono andato in pensione con quota 100, non mi è stata riconosciuta la richiesta della sterilizzazione dei contributi eccedenti la soglia dei 38 anni.
Dovrò aspettare i 67 anni oppure è buona anche l’ipotetica data dei 42 anni e 10 mesi della pensione anticipata ?
Grazie.”.

Sterilizzazione contributi dannosi alla pensione

E’ da precisare sin da subito che fin dalla sua introduzione la sterilizzazione dei contributi non stabilisce regole chiare e proprio per questo da sempre, chiamata ad intervenire in merito è la giurisprudenza che si pronuncia sulla possibilità o meno di neutralizzare contribuzione che possa, in qualche modo, abbassare o danneggiare la quota contributiva della pensione.

La giurisprudenza, in ogni caso, ha consentito fino ad ora la sterilizzazione delle settimane di contributi versate successivamente alla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia o anticipata ordinaria nella misura massima di 260. Solo la contribuzione versata ulteriormente dopo il raggiungimento dei requisiti contributivi (20 anni per la pensione di vecchiaia, 42 anni e 10 mesi per gli uomini e uno in meno per le donne, per la pensione anticipata) richiesti per accedere alla misura.

Le diverse sentenze fino ad ora hanno riconosciuto la possibilità di sterilizzare entro un massimo di 260 settimane gli ultimi contributi versati ai lavoratori che

  • si sono rioccupati con retribuzione minore
  • hanno avuto contributi figurativi per disoccupazione indennizzata
  • periodi di contributi figurativi per integrazione salariale
  • hanno versato contributi volontari

Di fatto, quindi, possono essere sterilizzati solo gli ultimi anni versati, se eccedenti i contributi d’accesso richiesti per la pensione.

La normativa di riferimento, in ogni caso, parla di sterilizzazione solo per l’accesso alla pensione di vecchiaia e quella anticipata non fornendo precise indicazioni per le pensioni anticipata in deroga, come la quota 100. Pertanto se la sua domanda di sterilizzazione non è stata accettata non può pensare di ripresentarla al compimento dei 67 anni (non le verrà liquidata una pensione di vecchiaia ma la sua resterà una pensione anticipata con quota 100).

L’unica via percorribile, se pensa di aver diritto alla neutralizzazione dei contributi, è quella del ricorso all’INPS.

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