Sulle pensioni dal 2022 con la riforma ieri si è tenuto l’incontro tra Draghi e sindacati, ma non c’è l’intesa. Arriva una nuova versione di Quota 41. Verso la proroga di Opzione donna e Ape sociale.
Per le pensioni si è tenuto ieri l’incontro tra Draghi e sindacati, ma senza che si sia trovata l’intesa con Cgil, Cisl e Uil che hanno annunciato una mobilitazione ancor prima di raggiungere Palazzo Chigi.
Spunta sul tavolo tra le ipotesi di riforma una nuova Quota 41, versione aggiornata della Quota 41 voluta dalla Lega.
Nell’incontro sulle pensioni in vista del Consiglio dei Ministri di domani sulla Legge di Bilancio 2022 inoltre sarebbe stata confermata la proroga di Opzione donna fino a qualche giorno fa a rischio.
Ape sociale anche sarebbe prorogata per un anno allargando la platea dei beneficiari.
Dai sindacati però, dinanzi alla proposta di riforma delle pensioni con il sistema delle Quote (102, 103, 104), è arrivata la bocciatura; gli stessi chiedono una riforma che sia organica e garantisca flessibilità in uscita. Vediamo intanto, per le pensioni dal prossimo anno, cosa prevederebbe la nuova Quota 41.
Pensioni: cosa prevede la nuova versione della Quota 41
Per le pensioni una delle ipotesi al vaglio dei tecnici per superare Quota 100 è una nuova versione diella Quota 41.
Al momento si parla appunto di pensioni in vista della Legge di Bilancio, ma dopo la giornata di ieri è chiaro che ancora non è stata raggiunta l’intesa non solo con i sindacati, ma neanche all’interno della maggioranza.
La nuova Quota 41 allo studio dei tecnici del governo, come anticipa Il Sole 24 Ore, prevederebbe al solito il requisito fisso di 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica sulla falsariga dell’opzione della Lega. In questo caso allora, in modo graduale prima di tornare con il superamento di Quota 100 alla legge Fornero, Quota 103 nel 2022 e Quota 104 nel 2024 scatterebbero con i 41 anni di contributi, con 62 anni di età e 63. Le altre opzioni al vaglio del governo sarebbero:
- pensione a 63 anni almeno per i lavoratori delle Pmi con 38 o 39 anni di contributi;
- pensione a 63 anni di età con 39 o 40 anni di contributi (Quota 102 o 103). In questo caso la Quota 102, quindi 63 anni più 39 anni di contributi, durerebbe 12 mesi seguita poi dalla Quota 103, mentre per chi opta per la Quota 103 da subito avendone i requisiti, quindi 63 anni di età con 39 di contributi o 64 più 40, la durata sale a 24 mesi quindi 2 anni.
Vi sarebbe poi la proposta dalla Lega è per le PMI con meno di 15 dipendenti per le quali si penserebbe a un fondo ad hoc per le pensioni anticipate, ma che non dovrebbe passare.
Intanto Draghi, nonostante l’esito dell’incontro con i sindacati, avrebbe confermato Opzione donna e Ape sociale per il 2022, ma “si è riservato di decidere” come dichiarato dal segretario generale della Cisl Luigi Sbarra questa mattina ad Agorà su Rai 3.
Pensioni: verso la proroga di Opzione donna e Ape sociale
Intanto per le pensioni si va verso la conferma, ma ancora non è ufficiale, di Opzione donna e Ape sociale per il 2022.
La prima opzione riguarda la pensione delle donne che possono uscire a 58 anni di età se dipendenti o 59 anni se autonome, con 35 anni di contributi.
La seconda opzione, Ape sociale, riguarda l’anticipo a 63 anni con 30 o 36 anni di contributi anche per lavoratori gravosi con un ampliamento per il 2022 della platea dei beneficiari.
Queste sarebbero notizie positive, ma i sindacati per le pensioni attendevano risposte che guardassero a una riforma complessiva del sistema. Non escludono quindi una successiva mobilitazione, perché non solo non c’è accordo sulle pensioni, ma neanche su tasse e ammortizzatori sociali.
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