Pensioni: l’anticipo a 63 anni con 30 o 36 anni di contributi con Ape sociale potrebbe restare anche nel 2022 con una revisione dei requisiti ampliando la platea.
Pensioni: per l’anticipo aleggia l’ipotesi di una proroga di Ape sociale nel 2022, ma ampliando la platea dei beneficiari.
D’altronde non è la prima volta che torna alla ribalta, in attesa della riforma tanto attesa delle pensioni, Ape sociale, il trattamento anticipato a 63 anni di età con 30 o 36 anni di contributi per specifiche categorie di lavoratori, tra cui quelli che svolgono lavori usuranti.
Ape sociale potrebbe essere prorogata per il 2022 con la prossima Legge di Bilancio laddove invece pare sia ormai certa la sparizione della misura per le pensioni in anticipo ovvero Quota 100.
Ricordiamo che per Ape sociale 2021 la scadenza della seconda finestra temporale per la domanda è fissata al prossimo 15 luglio come ogni anno.
Per le pensioni nel 2022, oltre ad Ape sociale, avanza l’ipotesi dei sindacati, ma che risulta più onerosa, vale a dire Quota 41 per tutti.
Pensioni: proroga Ape sociale nel 2022 ampliando la platea
Le pensioni nel 2022 potrebbero vedere tra le altre cose una proroga di Ape sociale con un ampliamento della platea dei beneficiari.
Tra le prime ipotesi - ma appunto siamo nel campo delle ipotesi perché prima della riforma delle pensioni occorre risolvere quella degli ammortizzatori sociali - dovrebbe esservi per il 2022 l’ampliamento della platea di Ape sociale insieme a quella dei lavori usuranti secondo quanto anticipa il Messaggero.
Per accedere ad Ape sociale occorre avere 63 anni e 30 di contributi (disoccupati, soggetti con invalidità civile pari o superiore al 74%, caregiver) o 36 anni di contributi (lavoratori occupati in attività gravose).
Il governo potrebbe prevedere, considerando che sono 15 le categorie di lavoratori che rientrano nelle attività gravose, si ampliare per le pensioni in anticipo del prossimo anno proprio questa ultima platea.
Come conferma il quotidiano romano un’operazione di questo tipo non risulterebbe molto costosa.
Pensioni: nel 2022 quota 41 per tutti?
E intanto se da una parte per le pensioni si penserebbe a un rafforzamento di Ape sociale nel 2022 con una proroga che ancora non è chiaro se sarà o meno strutturale, i sindacati continuano a chiedere Quota 41.
La misura rappresenta la possibilità di lasciare il lavoro con 41 anni di contributi senza il requisito anagrafico. Questa avrebbe un costo maggiore che potrebbe non piacere a Bruxelles e allora resta sul tavolo anche l’ipotesi di Quota 102 vale a dire l’uscita con 64 anni di età e 38 di contributi. Questa misura, anche se avrebbe un costo ora, permetterebbe risparmi in futuro.
I sindacati, stando alle scorse settimane, chiedono anche la pensione a 64 anni con 20 anni di contributi versati richiamando la pensione anticipata contributiva attualmente in vigore.
Per le conferme e i dettagli sulle pensioni 2022, laddove ancora siamo nel campo delle indiscrezioni e ipotesi, occorre attendere le prossime settimane se non addirittura l’autunno.
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