Le pensioni al centro di una riforma per superare Quota 100 con la prossima Legge di Bilancio 2022. Diverse le proposte dei partiti su cui si prepara a fare sintesi la commissione Lavoro della Camera.
Pensioni: i partiti avanzano proposte per il post Quota 100 e in commissione Lavoro della Camera si cerca una sintesi per arrivare pronti alla discussione della prossima Legge di Bilancio 2022.
Mancano infatti solo tre mesi alla scadenza di Quota 100 e una strada chiara per le pensioni dal 2022 ancora non c’è laddove una delle poche certezze è che la misura per l’anticipo a 62 anni con 38 anni di contributi non verrà prorogata.
Nove proposte di legge per il post Quota 100 arrivano dai partiti con a capo la Lega che vorrebbe prorogare la misura per l’anticipo sulle pensioni per almeno un altro anno, eventualità davvero difficile che si realizzi.
Ecco quali sono le proposte per le pensioni del dopo Quota 100 che portano i partiti per la prossima Legge di Bilancio 2022.
Pensioni: le proposte dei partiti per il post Quota 100
Per le pensioni dal 2022 sono nove, come riporta Il Sole 24 Ore, le proposte di legge dei partiti che puntano al post Quota 100 e su cui il parlamento dovrà fare sintesi in vista della prossima Legge di Bilancio.
Non sarà facile perché il tempo stringe e perché resta il nodo delle risorse, senza contare che molte delle proposte che si trovano in commissione Lavoro risalgono ormai a inizio legislatura.
Le proposte per le pensioni arrivano da tutti i partiti, in primis la Lega che di Quota 100 è la madre. Una delle proposte infatti è quella a firma di Durigon che metteva al centro Quota 41 ovvero la pensione con 41 anni di contributi senza il requisito anagrafico. La Lega tuttavia vi potrebbe rinunciare, come riporta il giornale economico, a favore di un anno di proroga di Quota 100 che scade il 31 dicembre 2021 e la creazione di un fondo per la pensione in anticipo con requisiti simili. Tra le altre proposte ci sono:
- quella del PD a firma di Serracchiani e Cantone che punta: al rafforzamento di Ape sociale estendendola ad altre categorie di lavoratori; stabilizzazione di Opzione donna, che ricordiamo viene rinnovata di anno in anno; pensione di garanzia per i giovani; soglia di vecchiaia ridotta per le lavoratrici madri;
- quella di Forza Italia a firma di Renata Polverini che prevede per le pensioni l’uscita a 62 anni di età e 35 di contributi, ma l’importo non deve essere inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale. Inoltre si prevede una riduzione del 2% per ogni anno di anticipo fino ai 66 anni;
- simile a quella della Polverini anche la proposta per le pensioni di Rizzetto di Fratelli d’Italia dove la soglia massima è di 70 anni;
- manca la proposta del Movimento 5 Stelle che punta tuttavia alla flessibilità in uscita per scongiurare il ritorno integrale alla Legge Fornero con la fine di Quota 100 a partire da gennaio 2022, eventualità che si vuole scongiurare.
Pensioni: per il post Quota 100 Ape sociale “super”
Tra le proposte per le pensioni per superare Quota 100 dell’ultimo mese, ma della quale si parla effettivamente già da tempo, vi è la “super” Ape sociale.
Ape sociale è il trattamento per anticipare la pensione a 63 anni con 30 o 36 anni di contributi, uno scivolo fino ai 67 anni, per alcune specifiche categorie di lavoratori.
La misura viene prorogata di anno in anno, in ultimo è stata confermata per l’anno in corso con la Legge di Bilancio 2021, e l’obiettivo è quella di rinnovarla anche per il prossimo anno, ma rinforzandola.
Le pensioni del 2022 potrebbero beneficiare tuttavia di una Ape sociale “super” con un allargamento della platea dei beneficiari. La misura infatti ordinariamente viene indirizzata ai lavoratori che svolgono lavori gravosi; diventa “super” perché la lista dei lavori gravosi si sta ampliando.
A oggi le categorie che possono andare in pensione con Ape sociale sono le seguenti:
- disoccupati;
- soggetti con invalidità civile pari o superiore al 74% con almeno 30 anni di contributi;
- caregiver.
A queste categorie si aggiungono i lavoratori occupati in attività gravose con almeno 36 anni di contributi che per accedere alla pensione devono dimostrare di aver svolto quella stessa attività per almeno 6 anni negli ultimi 7 o per almeno 7 negli ultimi 10.
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