Perché l’Arabia Saudita fa così tanto discutere?

Luna Luciano

5 Dicembre 2021 - 11:52

Dopo la visita del Presidente francese Emmanuel Macron, l’Arabia Saudita torna a far discutere di sé insieme agli Emirati Arabi, ecco perché.

Perché l’Arabia Saudita fa così tanto discutere?

L’Arabia Saudita torna a far discutere. Questa volta nel mirino la Francia con il contratto record siglato con gli Emirati, per vendere ben 80 caccia in cambio di 16 miliardi di euro, e con la visita in Arabia Saudita. Si sollevano le proteste da parte delle associazioni per i diritti umani. L’Arabia Saudita è un paese ancora sospettato di crimini di guerra e lo stesso principe saudita, Mohammed bin Salman, è sospettato di essere stato il mandante dell’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi. La situazione a cui ci si trova di fronte vede contrapposti gli interessi economici, che i Paesi potrebbero avere nel stringere i rapporti con Riyadh, e i diritti fondamentali umani non garantiti dal regime autoritario.

L’Arabia Saudita e la visita di Emmanuel Macron

Fa ancora discutere l’accordo siglato tra la Francia e gli Emirati Arabi Uniti. Macron si è impegnato a vendere 80 caccia da guerra Rafale del gruppo Dassault e 12 elicotteri Caracal per 16 miliardi di euro. L’accordo è stato firmato dal Presidente Emmanuel Macron in occasione della sua visita all’Expo 2020 a Dubai. Si tratta dell’ordine più importante per i Rafale per l’estero. Il Presidente in un Twitter ha ribadito che questo accordo non solo è vantaggioso economicamente, ma è anche un impegno per agire insieme per la sicurezza internazionale.

L’accordo con gli Emirati però non piace a tutti, così come ha fatto molto discutere la visita del Presidente francese in Arabia Saudita. Infatti dopo l’Expo, Macron ha proseguito il tour in Qatar, per poi dirigersi a Gedda, in Arabia Saudita, per un incontro con il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman: il presidente francese è così diventato il più importante leader occidentale a voler riallacciare i rapporti con l’uomo alla guida di Riyadh, coinvolto nella morte di Jamal Khashoggi. I motivi per cui l’Arabia Saudita fa discutere sono molti e tutti legati alle azioni alquanto discutibili compiute dallo Stato.

Perché l’Arabia Saudita fa così tanto discutere: i diritti umani e lo Yemen

L’Arabia Saudita continua a essere al centro di molte polemiche. Il motivo principale per cui l’Arabia Saudita fa così tanto discutere è la scarsa considerazione che questi hanno dei diritti umani.

A fronte dell’accordo siglato con Macron con gli Emirati, Paese alleato dell’Arabia, il candidato ecologista nella corsa all’Eliseo del 2022,Yannick Jadot, ha commentato l’accaduto dicendo che la Francia fa vergognare i propri cittadini quando “arma regimi autoritari - come gli Emirati e l’Arabia - che disprezzano i diritti umani e la cui ricchezza è costruita sulle energie fossili”. Già in passato molte armi comprate dall’Europa sono state utilizzate nel conflitto nello Yemen, dove l’Arabia Saudita con i suoi alleati è sospettata di crimini di guerra.

Ancora una volta la forza economica del Paese è riuscita a schiacciare i diritti umani che non sono garantiti né nel proprio territorio, né nei territori minacciati dalla guerra. Davanti a questa situazione non si è fatto attendere il commento dell’Ong Human Rights Watch contrario alla vendita di armamenti, in nome di una lotta al terrorismo, che poi si rivela essere più che altro un danno per i diritti umani.

L’Arabia Saudita e il tentativo di ripulire la propria immagine internazionale

Il tentativo di riallacciare i rapporti con Macron è solo l’ultima azione dell’Arabia Saudita per tentare di stringere accordi internazionali, mostrando un nuovo volto. Prima di questo infatti a ottobre 2021 il fondo saudita PIF, legato direttamente al principe saudita Mohammed bin Salman, aveva acquistato il Newcastle, diventato oggi il club calcistico britannico più ricco al mondo. Amnesty International davanti a una simile decisione aveva protestato: ancora una volta “le ragioni del denaro” riescono a superare le ragioni della giustizia, decidendo di far accordi con un Paese che non garantisce alcun tipo di libertà di espressione.

Ancora oggi fa discutere l’assassinio di Jamal Khashoggi, giornalista del Washington Post e di diverse testate progressiste saudite, ucciso nel consolato del suo Paese a Istanbul, nell’ottobre 2018. Si sospetta che l’omicidio sia stato approvato dallo stesso principe Mohammed bin Salman, a seguito delle critiche del giornalista verso la famiglia reale e per l’intervento in Yemen.

L’Italia in tutto questo non ne resta fuori, infatti hanno fatto molto discutere gli interventi dell’ex premier Matteo Renzi in Arabia Saudita, i cui speech sono stati pagati 2.300 euro al minuto dal Ministero delle Finanze del Regno Saudita. La presenza di un ex premier, che parla positivamente della linea politica del regime autoritario, non è altro che un modo per legittimare il Paese a livello mondiale, dimostrando come l’Arabia Saudita sia quindi attore importante con cui dover trattare, lo stesso vale per la visita del Presidente francese. Ancora una volta l’Arabia Saudita non solo è colpevole della poca considerazione dei diritti umani, ma fa discutere anche in che modo impieghi i propri soldi per oscurare questo problema e ripulire la propria immagine.

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