Il voto sulla riforma del MES potrebbe essere decisivo per il destino del Governo Conte: se il Parlamento dovesse bocciare il provvedimento non sono da escludere possibili elezioni anticipate.
Il voto sulla riforma del MES di mercoledì 9 dicembre potrebbe essere decisivo per la tenuta del Governo. Sono diverse infatti le voci che circolano sulla possibilità che, in caso la maggioranza giallorossa venisse battuta in Parlamento sul provvedimento, Conte potrebbe cadere.
La discussione non riguarda l’adozione da parte dell’Italia del fondo salva-Stati, su cui pure le forze che appoggiano l’esecutivo sono divise, ma l’accordo trovato dai ministri delle Finanze dei Paesi membri dell’Unione Europea per alcune modifiche future.
Se venisse approvato non vorrebbe dire che Giuseppe Conte sia pronto ad adottare il Meccanismo di Stabilità per le spese sanitarie. Anzi, in più di un’occasione il presidente del Consiglio si è scontrato con il ministro Speranza, sostenendo come le risorse attuali siano più che sufficienti per fronteggiare l’emergenza da Covid-19.
Perché Conte può cadere per colpa del Mes
L’obiettivo, invece, è quello di presentarsi al Consiglio europeo del 10 dicembre, decisivo anche per l’attivazione dei fondi del Recovery Fund, con la conferma da parte dell’Italia sulle novità dello strumento comunitario, tra cui l’anticipazione del backstop, ovvero il paracadute per il fondo salva-banche.
Poiché il ministro Gualtieri in rappresentanza del Paese ha dato il proprio parere positivo nella riunione di lunedì con i suoi omologhi, in caso il MES fosse bocciato alle Camere la crisi sarebbe inevitabile.
Il premier Conte non potrà contare neanche sul sostegno di Forza Italia, dopo che Silvio Berlusconi ha annunciato il voto contrario alla riforma in seguito all’aut aut del leader dell’opposizione Matteo Salvini.
In uno scenario del genere, a quanto trapela da fonti vicine al Quirinale, il presidente della Repubblica Mattarella potrebbe addirittura decidere di sciogliere il Parlamento e indire elezioni anticipate.
Ipotesi di elezioni anticipate
Un’ipotesi tutt’altro che improbabile dato che nel Movimento 5 Stelle 16 senatori e 52 deputati hanno firmato un documento in cui annunciano il proprio voto contrario.
Il Capo dello Stato infatti ha più volte affermato che, secondo il suo parere, questo dovrebbe essere l’ultimo Governo della legislatura e potrebbe essere pronto a mandare il Paese alle urne anche durante la pandemia, a meno che non si formi una nuova maggioranza parlamentare chiara.
Mattarella avrebbe questa possibilità però solo entro il 3 agosto 2021, giorno in cui scatterà il semestre bianco, durante il quale non potrà sciogliere le camere fino a febbraio 2022 quando verrà eletto il suo successore al Quirinale.
Nonostante i partiti stiano discutendo sull’approvazione di una nuova legge elettorale, è possibile andare alle elezioni anche con l’attuale Rosatellum, modificando solamente i collegi elettorali in seguito al taglio dei parlamentari confermato con il referendum dello scorso settembre.
L’ex capo politico pentastellato e attuale ministro degli Esteri Luigi Di Maio, starebbe così contattando personalmente i vari dissidenti per convincerli a rientrare nei ranghi, rassicurandoli sul fatto che l’esecutivo non provvederà all’attivazione del fondo salva-Stati.
Questa sera si dovrebbero riunire i gruppi parlamentari grillini per cercare di trovare un accordo in vista di mercoledì, in un clima che si preannuncia infuocato.
Intanto, il Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali stanno mostrando una certa insofferenza nei confronti del M5S, sopratutto dopo l’intervento dal proprio blog di Beppe Grillo in cui il fondatore boccia categoricamente il MES.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti