Mario Draghi è pronto a una svolta verde con il suo Governo: non sarebbe solo un modo per accontentare i 5 Stelle, ma un preciso progetto per coniugare investimenti e sviluppo con la sostenibilità ambientale.
L’ambiente è al centro del governo Draghi. Ancora prima di prestare giuramento, il Presidente del Consiglio avrebbe promesso a Beppe Grillo la creazione del Ministero della Transizione Ecologica, un super dicastero che andrebbe ad accorpare Ambiente e Sviluppo gestendo così buona parte dei fondi del Recovery Fund.
Questo super-Ministero è anche una delle conditio sine qua non poste dal Movimento 5 Stelle nel voto su Rousseau per un sostegno al nuovo esecutivo, anche se l’ex numero uno della BCE ha già in tasca un’ampia maggioranza pure senza i grillini.
Resta il fatto che una svolta verde sembrerebbe essere a prescindere in cima al programma di Mario Draghi. Lo hanno ribadito i partiti al termine dei rispettivi incontri durante le consultazioni, con il Presidente del Consiglio incaricato che poi a Montecitorio ha voluto incontrare, dopo sindacati e associazioni di categoria, anche Legambiente, WWF e Greenpeace.
Ma perché Mario Draghi sembrerebbe puntare tutto sull’ambiente? I motivi sarebbero diversi, dalle necessità economiche alle esigenze climatiche che si andrebbero a intrecciare a dei riflessi politici oltre i confini nazionali.
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Ambiente, una priorità per Mario Draghi
Sono anni che in Italia tutti i partiti si riempiono la bocca con la questione ambientale, senza che poi nel concreto nulla venisse veramente fatto. Nonostante la pandemia abbia offuscato tutto il resto, il clima rimane al centro delle agende internazionali.
Mario Draghi in questi suoi primi passi come Presidente del Consiglio in pectore si starebbe muovendo invece nella direzione di una reale svolta verde, anche se poi non sarà facile tramutare le intenzioni in realtà vista la variopinta maggioranza pronta a sostenere un suo governo.
Mettere d’accordo la Lega che chiede “un ambientalismo senza ideologie” e la voglia di cantieri di Italia Viva, con gli investimenti green e l’attenzione all’ambiente autentici cavalli di battaglia dei 5 Stelle e del PD, non appare essere un’impresa semplice anche per uno come Draghi.
Ci sono però diversi fattori che fanno intendere come questa volta l’ambiente sarà veramente centrale nell’azione di Governo, con l’Italia che nei prossimi mesi dovrà gestire la presidenza del G20 e organizzare, insieme al Regno Unito, il prossimo autunno la Cop26 - dove i grandi del mondo cercheranno di rilanciare l’accordo di Parigi, specie adesso che alla Casa Bianca c’è stato un cambio di inquilino.
I motivi della svolta verde
Considerati gli impegni internazionali dove l’Italia dovrà svolgere un ruolo di primo piano, anche per rilanciarsi come un attore protagonista nello scacchiere mondiale il nostro Paese è chiamato a un maggiore impegno sul fronte ambientale.
Ci sono però anche forti motivazioni economiche dietro questa annunciata svolta verde. Stando alle direttive europee, il 37% dei fondi del Recovery Plan devono essere utilizzati per il contrasto ai cambiamenti climatici.
Si tratta così di una torta da oltre 77 miliardi da dover utilizzare nei prossimi anni, senza considerare che tutte le altre voci di spesa dovranno essere accompagnate da un dettagliato piano di impatto ambientale.
Nel Recovery Plan, che dovrebbe essere profondamente rivisto dal nuovo governo rispetto alla prima stesura, sarà per forza di cose necessario combinare gli investimenti per rilanciare il Paese con la sostenibilità ambientale.
Ecco allora che il super-Ministero della Transizione Ecologica diventerebbe centrale nella gestione del fiume di denaro che, se tutto va bene a partire dall’estate, arriverà nelle casse nostrane proveniente da Bruxelles.
C’è infine anche una motivazione politica a questa corsa al verde. Il Movimento 5 Stelle sembrerebbe puntare tutto sull’ambiente per recuperare il consenso perso negli ultimi tempi, così come anche il PD vuole cercare di attrarre soprattutto i tanti giovani che hanno molto a cuore la questione climatica.
Una rivoluzione green quindi utile per recuperare lustro a livello internazionale, indispensabile per poter spendere i soldi del Recovery Fund e importante a livello politico per avere il consenso dei tanti cittadini preoccupati per l’ambiente.
Tre grandi motivazioni che dovrebbero spingere Mario Draghi a imprimere una reale impronta verde all’azione del suo governo, anche se non sarà facile mettere d’accordo i tanti galli che sgomitano nel nuovo perimetro della maggioranza.
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