Il lancio della moneta a Fontana di Trevi è un classico del turismo romano, anche i big del G20 rispettano la tradizione. Ma qual è l’origine di questa usanza?
Il famoso lancio della monetina a Fontana di Trevi è una tappa irrinunciabile per qualsiasi turista che si rispetti; lo sanno anche i leader del G20 che, nell’ultima grande photo opportunity di questa edizione del summit, si sono fatti fotografare proprio davanti al monumento intenti a lanciarsi alle spalle le loro monete da 1 euro.
Lo scatto che li ritrae nell’omonima piazza ha quindi fatto il giro del mondo e riacceso, soprattutto in Italia, un dubbio tanto lecito quanto diffuso: qual è l’origine di questa usanza? Una domanda vecchia quasi quanto la fontana potremmo dire.
Questa pittoresca tradizione infatti si fa strada nella cultura del turismo romano tra storia e leggenda cogliendo spesso la curiosità dei viaggiatori della Capitale. Grazie a qualche piccola ricerca però il quesito ci conduce a tre possibili risposte, tutte molto plausibili. Sebbene quindi le scuole di pensiero siano differenti tra loro, le varie narrazioni emblematiche legate a questo piccolo rito sono tutte ugualmente affascianti e meritano di essere conosciute.
Scopriamole insieme.
L’acqua e il simbolismo divino
Il costume di gettare qualcosa di valore in pozzi o corsi d’acqua era già in voga presso le civiltà celtiche e germaniche poiché queste popolazioni credevano che i corsi d’acqua fossero abitati dalle divinità.
Gettare qualcosa di prezioso in specchi d’acqua è quindi diventato un gesto propiziatorio. Non a caso, per offrire un tributo proprio agli dei che avevano supportato il popolo nello scontro, si gettavano le armi dei nemici in acqua.
Le origini storiche: l’esercito di Agrippa
Secondo alcune dicerie sembra che il rito affondi le sue radici addirittura nell’Antica Roma, precisamente nel 19 dopo Cristo. Questa versione della storia ha come protagonisti i soldati dell’esercito di Agrippa. Esausti dopo le fatiche della battaglia, lungo il tragitto di ritorno verso la Città Eterna, cercarono un luogo dove trovare riposo e ristoro.
Fu allora che si imbatterono in una giovane ragazza che li indirizzò ad una fonte, la Fonte di Salone, che ancora oggi sorge a 20 km di distanza da Roma. Il fatto diede al loro generale una brillante idea. Agrippa infatti, grazie a quella fortuita scoperta, decise di far edificare un acquedotto che conducesse l’acqua fino a Roma, più precisamente proprio nel punto in cui sgorga anche ai giorni nostri: dalla Fontana di Trevi.
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L’auspicio di Wolfgang Helbig
La leggenda più celebre narra che si debba lanciare la moneta nella Fontana di Trevi dando la schiena alla vasca. Pochi sanno che solo se ci gira velocemente per incontrare con lo sguardo l’attimo in cui la moneta entra in acqua si potrà essere veramente certi di tornare a Roma.
Questa credenza è fortemente legata alla storia dell’archeologo Wolfgang Helbig (1839-1915) che, profondamente rattristato dall’idea di dover lasciare la città, decise di salutarla inventandosi un rito capace di portargli fortuna. Una moneta in cambio della possibilità di far di nuovo visita a quei luoghi tanto amati.
Alcuni dicono che oltre al famoso gesto della moneta egli inaugurò anche la tradizione di bere l’acqua che sgorga dal monumento, ma questa è un’altra storia.
Il rito degli innamorati
Alla Fontana di Trevi è legata anche un’altra tradizione poco nota ma molto romantica; quella che le ha conferito nel tempo l’appellativo di «Fontanina degli innamorati».
Si racconta che fino ad alcuni decenni fa, le ragazze erano solite far bere l’acqua vergine della fontana ai loro fidanzati prima che partissero. Per l’occasione le giovani riempivano un bicchiere mai usato prima e gli uomini bevevano suggellando il momento con un brindisi.
A quel punto i bicchieri dovevano essere rotti per simboleggiare un evento irripetibile tanto quanto l’unicità del proprio amore. Il gesto nasce insomma come un modo per affermare la forza dell’unione dei due innamorati e per giurarsi fedeltà fino al rientro. A quel punto gli amanti si sarebbero potuti finalmente ricongiungere per non lasciarsi più.
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