Cosa succede in caso utilizzo improprio dei permessi della Legge 104? Quali sono le sanzioni a cui si va incontro? Il datore di lavoro può controllare i caregivers senza limitazioni? Tutte le regole sui controlli e su cosa si rischia in caso di abuso.
Permessi Legge 104: i lavoratori che assistono un disabile (cd. caregivers) hanno diritto a determinati permessi giornalieri, utilizzabili anche a ore.
Affinché il datore di lavoro che concede i permessi al proprio dipendente sia sicuro che il proprio dipendente li stia utilizzando per prestare sostegno al parente portare di handicap, può avviare alcuni controlli, atti ad accertare la fruizione legittima dei permessi 104.
Laddove da tale controllo il datore di lavoro rilevi un utilizzo improprio dei permessi, e quindi un abuso delle agevolazioni previste dalla Legge 104, può adottare determinate sanzioni.
Vediamo quindi nel dettaglio quali sono i mezzi di controllo e sanzioni che il datore di lavoro può adottare in caso di utilizzo scorretto dei permessi della Legge 104.
Permessi Legge 104: a chi e cosa spetta?
La principale fonte normativa in tema di permessi lavorativi retribuiti è disciplinata dalla legge 104/1992 (cd. Legge 104), la quale all’art. 33 disciplina le agevolazioni riconosciute:
- ai lavoratori affetti da disabilità grave;
- ai familiari che assistono una persona con handicap in situazione di gravità.
Dunque, i permessi della cd. “Legge 104” possono essere richiesti, sia per sé stessi in quanto disabili, sia dai familiari chiamati ad assistere il disabile.
In caso di riconoscimento dei permessi della Legge 104, si ha diritto a:
- tre giorni di riposo al mese anche frazionabili in ore, ovvero;
- riposi giornalieri di una o due ore.
Permessi Legge 104: i controlli del datore di lavoro
In merito ai controlli, la Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 4670 del 18 febbraio 2019, ha recentemente affermato che i lavoratori dipendenti che prestano assistenza al familiare disabile possono essere spiati durante la fruizione dei permessi riconosciuti dall’art. 33 della legge 104.
Infatti, sono assolutamente leciti i controlli, demandati dal datore di lavoro ad agenzie investigative, laddove non riguardino l’adempimento della prestazione lavorativa, ma siano finalizzati a verificare comportamenti che possano configurare ipotesi penalmente rilevanti od integrare attività fraudolente, fonti di danno per il datore medesimo.
Dunque, i controlli riguardanti l’attività lavorativa del prestatore svolta anche al di fuori dei locali aziendali, sono leciti laddove:
- non riguardino l’adempimento della prestazione lavorativa;
- siano finalizzati a verificare comportamenti che possano configurare ipotesi penalmente rilevanti od integrare attività fraudolente.
Sul punto è stato affermato che non viene violato, né il principio di buona fede né il divieto di cui all’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori.
Ciò in relazione al fatto che il datore di lavoro può decidere autonomamente come e quando compiere il controllo, anche occulto, ed essendo il prestatore d’opera tenuto ad operare diligentemente per tutto il corso del rapporto di lavoro.
Permessi Legge 104: le sanzioni
In caso di abuso reiterato dei permessi della Legge 104, la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18411 del 9 luglio 2019, ha stabilito che nei casi più gravi è possibile procedere al licenziamento per giusta causa per disvalore sociale ed etico della condotta e la compromissione irrimediabile del vincolo fiduciario.
L’abuso dei permessi 104 è quindi severamente punito, anche considerando il venir meno dell’assistenza al familiare disabile per il quale era sorto il diritto a beneficiarne.
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