Petrolio in rialzo quanto costerà alle famiglie italiane?

Gennaro Ottaviano

23 Aprile 2019 - 18:20

In occasione del ponte del 25 aprile e del 1°maggio, le famiglie italiane si troveranno con una spesa aggiuntiva a causa dell’aumento del prezzo del petrolio

Petrolio in rialzo quanto costerà alle famiglie italiane?

Trump ha dato un’impennata al prezzo del petrolio con la notizia che il 2 maggio si porrà fine alle esenzioni sul greggio Iraniano riguardanti 8 Paesi, tra i quali l’Italia. In procinto delle festività del 25 aprile e del 1°maggio in cui le famiglie si metteranno in viaggio, il prezzo del petrolio è ora in aumento e le prospettive di una sua salita anche nei prossimi giorni è una realtà molto concreta. Lo scontro tra gli Usa e Teheran sta producendo una serie di critiche e di contrasti a livello internazionale. Ma quanto costerà nel bilancio delle famiglie italiane?

L’andamento del petrolio oggi

Dopo le prospettive dei mesi precedenti in cui si era visto il prezzo del carburante scendere con il gasolio intorno a 1,4 € e la benzina al di sotto di 1,6 €, negli ultimi giorni fermandoci a fare rifornimento le cose sembrano essere drammaticamente cambiate. Il valore del petrolio Brent ha toccato i 74 dollari a barile, mentre il Wti ha fatto registrare un balzo del 2,6 % con il raggiungimento della quota di 65,50 dollari. Inoltre le prospettive degli analisti sembrano essere pessimiste, dato che si prevede una continua salita. La causa è strettamente collegata alla guerra del petrolio effettuata dagli Usa contro le esportazioni di greggio dall’IRAN. Trump ha dichiarato che il 2 maggio anche le Nazioni, come Italia, Giappone, Corea del Sud, Turchia, India, Taiwan, Grecia e Cina, non potranno più fare uso dell’esenzione fino ad adesso accordata.

L’Italia e le relazioni con l’Iran

Ma quali sono gli effetti che tale provvedimento determina sull’importazione del petrolio in Italia? La riduzione di un milione di barili al giorno è una cifra molto consistente soprattutto dopo le notizie dei tagli avvenuti da parte dell’OPEC negli ultimi mesi.
Il governo Statunitense ha ribadito che si sono già presi accordi con gli Emirati Arabi e l’Arabia Saudita per poter compensare la riduzione dell’importo del greggio, ma le conseguenze sono state evidenti con la salita del prezzo. L’Eni ha dichiarato che per l’approvvigionamento italiano di petrolio non vi saranno problemi. Infatti secondo i dati del rapporto 2018 dell’Unione petrolifera le importazioni di greggio Iraniano in Italia corrispondono a circa 9,3 milioni di tonnellate, una cifra che è abbastanza alta ma dato che si prospettava il pugno di forza da parte degli Stati Uniti a gennaio le importazioni sono state ridotte quasi a zero.

La fluttuazione nei costi della vita di tutti i giorni

Le prospettive sembrano quindi rassicuranti per le famiglie italiane, ma la realtà è ben diversa. Infatti come dichiarato dall’Unione petrolifera italiana il prezzo del carburante è già aumentato con un incremento di alcuni centesimi al litro. Il costo del diesel è oggi intorno a 1,55 € e per la benzina di 1,65 €. Per le famiglie che decidono di mettersi in viaggio in questi giorni, effettuare un pieno costerà qualche euro in più.
Inoltre la Coldiretti è ancora più pessimista. Infatti in Italia oltre l’85% dei consumi commerciali è strettamente legato al trasporto su ruote. Un aumento del prezzo del petrolio porterà ovviamente un rincaro dei costi di produzione e del trasferimento dei beni. Basta considerare che un pasto in Italia percorre più di 2000 km prima di arrivare nelle case.
Infine non si deve dimenticare che negli ultimi anni l’impegno delle aziende italiane nei confronti dell’IRAN è aumentato con ottime prospettive commerciali. Molte di esse pur di non rimanere inglobate in una probabile lista nera, di sicuro chiuderanno le trattative con conseguenze economiche rilevanti per la nostra economia.

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