Postini no-vax, FDA nel caos e profezia di nuova ondata. Sembra il test di Seligman

Mauro Bottarelli

13 Settembre 2021 - 20:22

Un giorno di ordinaria endemia, vissuto fra incoerenze della politica e interessi di mercato, basta per svelare il lato distopico del virus: quando il sistema gioca di sponda con un’emergenza reale

Postini no-vax, FDA nel caos e profezia di nuova ondata. Sembra il test di Seligman

L’epidemia è diventata endemia. Con tutte le sue ovvie incoerenze che tradiscono un fil rouge parallelo. Ad esempio, giovedì scorso ha fatto il giro del mondo la notizia dell’obbligo vaccinale che Joe Biden imporrà per tutti i dipendenti federali, un discorso molto duro nel quale il Presidente ha sottolineato come la pazienza del Paese verso chi non è vaccinato stia terminando e che, non a caso, è stato immediatamente ribattezzato come il no jab, no job speech (Niente vaccino, niente lavoro).

Ovviamente, applausi a livello pressoché globale alla risolutezza del presidente. Lo stesso che la scorsa primavera garantiva immunità di gregge entro il 4 luglio, in modo da poter festeggiare degnamente il ritorno alla libertà. Non è andata così. Ciò che a molti è sfuggito, forse in ossequio a una crisi della supply chain transitoria come l’inflazione, è come la Casa Bianca avrebbe già deciso un’esenzione per gli oltre 600.000 dipendenti delle Poste, USPS. La ragione? Tradizionalmente, quei lavoratori fanno riferimento a uno schema statutario differente e indipendente da quello degli altri lavoratori pubblici. C’ però un problema: se esiste una categoria di dipendenti federali che quotidianamente interagisce con milioni di persone, questi sono appunto i 644.000 dipendenti dei servizi postali.

Perché questa esenzione? Stando al Washington Post, il tutto troverebbe risposta in un acronimo: APWU. Ovvero, American Postal Workers Union, il potentissimo sindacato di categoria, il quale già a luglio aveva criticato qualsiasi ipotesi di obbligo vaccinale. Detto fatto, il postino non solo suona due volte ma può anche farsi beffe del green pass. In compenso, tutto il resto del Paese sta adeguandosi. Lo mostra questa grafica,

Esito dei sondaggi relativi alle richieste di vaccino per i lavoratori Usa Esito dei sondaggi relativi alle richieste di vaccino per i lavoratori Usa Fonte: Statista/Gallup

elaborata da Statista su dati demoscopici del sondaggio Gallup: se a giugno la percentuale di datori di lavoro Usa che richiedeva come conditio sine qua non la vaccinazione ai propri dipendenti era pari al 6% e in luglio al 9%, in agosto è schizzata al 19%. Prima del no jab, no job speech di Joe Biden: attendiamoci un dato a fine settembre decisamente in area 50%.

Insomma, chi non ha la fortuna di essere dipendente pubblico e soprattutto di poter contare su un sindacato in grado di imporre i propri diktat, in America vede la propria vita lavorativa a un bivio: se vuoi il posto, devi vaccinarti. Sorge un dubbio, prendendo il ragionamento dal verso opposto e alla luce del sempre maggior numero di grandi gruppi che ha imposto l’immunizzazione come pre-requisito: quanto una politica simile potrà opportunisticamente conciliare l’ufficialità della tutela della salute collettiva con esigenze di mera riorganizzazione, in caso i colli di bottiglia della supply chain gettassero l’economia in una fase di pre-stagnazione? Cattivi pensieri, certo. Che aumentano, però, quando sempre dagli Usa un paio di notizie arrivano nell’arco di poche ore una dall’altra.

La prima è contenuta in questa schermata di Bloomberg:

Lancio di agenzia sul vaccino per minori di Pfizer Lancio di agenzia sul vaccino per minori di Pfizer Fonte: Bloomberg

quest’anno i bambini americani potrebbero avere una terza scelta per Halloween, oltre a dolcetto o scherzetto. Iniezione. Pfizer ha infatti annunciato che entro la notte delle streghe, sarà quasi certamente disponibile il vaccino per la fascia di età 5-11 anni. E che qualcosa ormai stia andando un po’ troppo fuori giri, lo dimostra la prima riga del take dell’agenzia di stampa: quando presentando il membro del board della multinazionale pharma che ha annunciato lo sbarco del nuovo siero, ha sentito l’esigenza di ricordare come in passato avesse ricoperto il ruolo di numero uno della Food and Drug Administration (FDA). Un po’ come certe sliding doors fra il Tesoro e il board delle banche di Wall Street.

Poche ore dalla notizia che certamente avrà rallegrato la fine dell’estate a molti ragazzini statunitensi ed ecco che questo grafico

Andamento del titolo azionario di Moderna (8-13 settembre) Andamento del titolo azionario di Moderna (8-13 settembre) Fonte: Bloomberg/Zerohedge

mostra come il Covid sia ormai un market-mover in servizio permanente ed effettivo. Oltretutto, H24. E infatti bastato che la rivista Lancet rilanciasse uno studio in base al quale il booster post-vaccinale risulti totalmente inutile per una grandissima parte della popolazione immunizzata per far schiantare le azioni di Moderna, alacremente impegnata proprio nello sviluppo del farmaco di sostegno e potenziamento dell’azione vaccinale.

E non pare un caso che all’interno del panel che ha curato lo studio compaiano Marion Gruber, capo dell’Office of Vaccines Research and Review della FDA e il suo vice, Philip Krause. Entrambi, infatti, recentemente hanno comunicato le proprie dimissioni e l’abbandono del ruolo nell’ente di controllo e vigilanza sui farmaci il 31 ottobre prossimo in aperta contestazione proprio con l’eccessiva rapidità con cui la Casa Bianca ha benedetto la somministrazione di boosters. Guerra sulla pelle dei cittadini, di fatto? Ma ecco che a completare il quadro di giornata ci ha pensato Bloomberg, pubblicando un articolo apparentemente innocuo dal titolo Ecco cosa ci porteranno i prossimi sei mesi di pandemia.

All’interno, ovviamente, una serie di pareri di esperti, da quello di Michael Osterholm, direttore del Center for Infectious Disease Research and Policy alla University of Minnesota e consulente del presidente Biden a quello di Lone Simonsen, epidemiologo e professore alla Roskilde University in Danmarca, da quello di Kanta Subbarao, direttore del Collaborating Center for Reference and Research on Influenza al Peter Doherty Institute for Infection and Immunity di Melbourne a quello di Erica Charters, professoressa associata di storia della medicina alla Oxford University e consulente del governo britannico.

E se questo grafico

Andamento quotidiano dei contagi e media a 7 giorni nelle tre ondate Andamento quotidiano dei contagi e media a 7 giorni nelle tre ondate Fonte: Bloomberg

già sembra non deporre a favore di un autunno/inverno rassicurante, ecco che la frase iniziale dell’articolo pare sintetizzare in maniera perfetta e senza troppi giri di parole le varie opinioni degli esperti interpellati: For anyone hoping to see light at the end of the Covid-19 tunnel over the next three to six months, scientists have some bad news: brace for more of what we’ve already been through. Tradotto, lasciate ogni speranza o voi che vi siete vaccinati. Comunque sia, occorre sicuramente prepararsi a un’altra ondata e a rivivere quanto già visto nei trimestri scorsi.

Al netto dei negazionismi idioti e delle teorie cospirazioniste, sorge però un dubbio: la totale e spaventosa novità rappresentata da questo virus, finora di fatto in grado di indebolire ogni risposta sanitaria ritenuta risolutiva, non starà garantendo a governi e autorità l’alibi accessorio per un enorme esperimento di Seligman di massa? Meglio conosciuto come test dell’impotenza appresa, l’esperimento fu compiuto nel 1967 da Martin Seligman della Pennsylvania University e si basava su un gabbia divisa in due zone, all’interno della quale un cane era libero di muoversi.

La prima zona era però dotata di una pedana elettrificata tramite la quale infliggere una scossa alla bestiola, interrompendola solo quando questa passava nella seconda area. Quando però entrambe le zone venivano elettrificate, il cane tendeva ad accasciarsi per terra in preda alla sensazione di impotenza e accettazione dello status quo. Restando fermo. Immobile. Passivo e paralizzato dalla paura della scossa. Il flusso continuo di notizie, apparentemente e spesso contradditorie fra loro, il bombardamento di informazioni che alterna ottimismo parossistico a richiami quasi millenaristici al dovere morale della restrizione, sono i corrispettivi di quelle scariche? Ring any bells? Il mercato, pragmaticamente, pare già essersi conformato. E con ottimi risultati.

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