Prendi il Reddito di Cittadinanza e hai ancora dei dubbi riguardo alla complessa normativa di riferimento? Ecco 10 chiarimenti utili che ti aiuteranno a non commettere errori.
La normativa riferita al Reddito di Cittadinanza è in continuo aggiornamento: d’altronde, solo nell’ultimo periodo sono stati approvati diversi decreti attuativi che ampliano le misure previste per i percettori del Reddito di Cittadinanza.
E anche nel decreto originario, il n° 4 del 2019, non mancano gli aspetti poco chiari che in questi ultimi due anni hanno generato non poca confusione tra chi prende il Reddito di Cittadinanza. Commettere un errore, che potrebbe costare caro, è un attimo: basta una dimenticanza, o un acquisto sbagliato, per perdere il Reddito di Cittadinanza per diversi mesi.
A tal proposito, rimandando per tutti gli approfondimenti su quali sono i requisiti per prendere il Reddito di Cittadinanza al nostro articolo dedicato, abbiamo individuato 10 aspetti essenziali - lato lavoro - sui quali è bene essere informati così da sfruttare a pieno il diritto maturato e non rischiare di perderlo.
1) Prendo il Reddito di Cittadinanza solo io o tutta la mia famiglia?
L’errore che spesso commette chi prende il Reddito di Cittadinanza è quello di pensare che il percettore sia solo il richiedente della prestazione. Non è così, in quanto risultano beneficiari del RdC tutti i componenti del nucleo familiare.
Quanto segue, quindi, vale per tutti coloro che sono indicati nell’attestazione ISEE con la quale è stato richiesto il Reddito di Cittadinanza.
2) Se prendo il Reddito di Cittadinanza devo andare per forza a lavorare?
Il RdC è stato pensato come una misura provvisoria, erogata giusto per il periodo in cui la famiglia si trova nella condizione di difficoltà economica. Per uscire da questa situazione, però, l’unico rimedio è quello di ricollocare quei componenti del nucleo che sono nella condizione di poter andare a lavorare.
La normativa, introduce dunque il concetto di offerta di lavoro congrua: a tal proposito, chi firma il Patto per il Lavoro presso il centro per l’impiego è obbligato ad accettare almeno una delle tre offerte di lavoro “congrue”. Per essere congrue, queste devono soddisfare determinati criteri riferiti al settore lavorativo di competenza, alla distanza dal luogo di lavoro e allo stipendio percepito.
Per quanto riguarda le offerte non congrue, o comunque per quelle ricevute fuori dal contesto centro per l’impiego, non ci sono obblighi: è consigliato farlo, ma non ci sono regole che prevedono la decadenza del Reddito di Cittadinanza per chi decide di non andare a lavorare.
3) Se prendo il Reddito di Cittadinanza posso andare a lavorare senza perderlo?
Allo stesso tempo, non ci sono regole che vietano al percettore del Reddito di Cittadinanza, di andare a lavorare.
Tuttavia, salvo in determinate circostanze, il reddito da lavoro non è cumulabile con il sostegno erogato mensilmente: in caso di avvio di una nuova attività di lavoro, che va comunicata entro un mese utilizzando il modello Com-Esteso, l’Inps avvia quindi una procedura di ricalcolo che porta a una riduzione (o alla decadenza) del Reddito di Cittadinanza, con il reddito da lavoro che incide per l’80% sulla prestazione.
4) Se prendo il Reddito di Cittadinanza mi posso dimettere dal lavoro?
Sì, ma solo in due circostanze:
- qualora sussistano le condizioni per poter parlare di dimissioni per giusta causa;
- qualora le dimissioni siano per cambio lavoro, con il nuovo impiego che deve essere retribuito in maniera pari o superiore a quello precedente.
Se non sussistono queste condizioni e il componente del nucleo familiare presenta comunque dimissioni, questo verrà tolto - esclusivamente ai fini del RdC - dal nucleo, e non se ne terrà conto nel parametro di scala di equivalenza. Ciò significa che ci sarà un ricalcolo dell’importo che porta a una riduzione del beneficio.
5) Se prendo il Reddito di Cittadinanza posso avviare un’attività da lavoro autonomo?
Sì, ma vale quanto detto per il rapporto di lavoro dipendente: l’avvio dell’attività va dichiarato e il reddito presunto andrà comunque a incidere sul Reddito di Cittadinanza, impattando sempre per l’80%.
Attenzione: da qualche mese è operativo il bonus RdC per coloro che avviano un’attività da lavoro autonomo. Esclusivamente coloro che risultano essere nei primi 12 mesi di percezione della misura, hanno diritto a un contributo aggiuntivo pari a 6 mensilità del Reddito di Cittadinanza percepito, nel limite però di 780 euro mensili.
6) Se prendo il Reddito di Cittadinanza posso lavorare in nero?
Assolutamente no, ci sono delle sanzioni molto severe per chi nonostante prenda il Reddito di Cittadinanza accetta di lavorare in nero. Solitamente, infatti, per il lavoro nero sono previste sanzioni solamente per il datore di lavoro: nel caso in cui il dipendente sia allo stesso tempo percettore di RdC, anche questo è soggetto a sanzione.
A tal proposito, il comma 2, dell’articolo 7 del decreto 4/2019, stabilisce che l’omessa comunicazione delle variazioni del reddito, anche se provenienti da attività irregolari, dà luogo a una pena che prevede la reclusione da uno a tre anni.
Lavorando in nero, quindi, si rischia persino il carcere e questo, ricordiamo, vale per tutti i componenti del nucleo familiare.
7) Se prendo il Reddito di Cittadinanza e non trovo lavoro posso continuare a percepirlo?
Specialmente in questo periodo e contesto storico, trovare lavoro può risultare particolarmente difficile. Non mancano, quindi, i beneficiari del RdC che vorrebbero trovare lavoro ma non ci riescono. Ebbene, fino a quanto questi si trovano nella condizione di difficoltà economica, soddisfando dunque i criteri economici per averne diritto, possono continuare a percepire il RdC fino a scadenza del beneficio. Dopo la decadenza, che scatta al 18° mese di fruizione, si può comunque ripresentare domanda per un numero infinito di volte, ma solo dal mese successivo a quello in cui viene pagata l’ultima mensilità.
8) Se prendo il Reddito di Cittadinanza e non posso andare a lavorare cosa succede?
Niente: ci sono delle categorie, infatti, che sono esonerate o escluse dall’obbligo di firma del Patto per il Lavoro. Questo vale per chi non è nella condizione di poter andare a lavorare, ad esempio per gli invalidi o anche per chi ha gravi e certificati problemi di salute, come pure per chi è impegnato in un corso di studi o formazione.
Tra le categorie escluse o esonerate ci sono anche coloro che si prendono cura di un minore di età inferiore ai 3 anni (non compiuti), come pure di un disabile grave (purché presente nel nucleo familiare).
9) Se prendo il Reddito di Cittadinanza e già lavoro devo cambiare impiego?
In alcuni casi anche chi lavora deve rendersi disponibile per la ricerca di un nuovo impiego. Questo vale per coloro che lavorano ma con un reddito da lavoro dipendente inferiore alla soglia degli 8.145€ (4.800€ nel caso del lavoro autonomo) e che per questa attività lavorativa sono impegnati per meno di 20 ore a settimana, 25 ore se si considera anche il tempo necessario per raggiungere il posto di lavoro.
Chi non rientra in questa condizione deve necessariamente mettersi a disposizione del centro per l’impiego ed eventualmente accettare una delle tre offerte congrue che gli vengono presentate.
10) Se prendo il Reddito di Cittadinanza devo trasferirmi per lavorare?
Per chi prende il Reddito di Cittadinanza, come abbiamo visto, c’è l’obbligo ad accettare almeno una delle tre offerte di lavoro congrue. In quest’obbligo è insita anche la possibilità di doversi trasferire qualora l’offerta di lavoro sia molto distante dal proprio indirizzo di residenza.
Nel dettaglio, la normativa prevede che l’offerta sia congrua quando:
Ricevimento dell’offerta di lavoro | Numero offerta di lavoro ricevuta | Quando l’offerta è congrua? |
Entro i primi 12 mesi | 1ᵃ | Entro i 100 km |
Entro i primi 12 mesi | 2ᵃ | Entro i 250 km |
Entro i primi 12 mesi | 3ᵃ | In tutta Italia |
Dopo i 12 mesi | 1ᵃ | Entro i 250 km |
Dopo i 12 mesi | 2ᵃ | Entro i 250 km |
Dopo i 12 mesi | 3ᵃ | In tutta Italia |
Dopo i 18 mesi (rinnovo) | 1ᵃ | In tutta Italia |
Dopo i 18 mesi (rinnovo) | 2ᵃ | In tutta Italia |
Dopo i 18 mesi (rinnovo) | 3ᵃ | In tutta Italia |
Dopo il rinnovo, quindi, vi è la possibilità che l’offerta di lavoro arrivi da qualsiasi parte d’Italia: in tal caso bisogna obbligatoriamente trasferirsi, visto che il Reddito di Cittadinanza decade già al rifiuto della prima offerta di lavoro congrua.
Tuttavia, nel caso in cui sia accettata una offerta collocata oltre i 250 km, vi è il vantaggio di continuare a percepire il beneficio economico a titolo di compensazione per le spese di trasferimento sostenute per i successivi tre mesi dall’inizio del nuovo impiego, o dodici mesi qualora nel nucleo siano presenti componenti di minore età ovvero componenti con disabilità.
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