Presidente della Repubblica, Berlusconi ora ci crede: i numeri ci sono ma non andrà al Colle

Alessandro Cipolla

21 Ottobre 2021 - 09:14

Dopo il vertice a Villa Grande il centrodestra ha annunciato che si muoverà compatto nell’elezione del Presidente della Repubblica: Berlusconi ci conta, i numeri ci sono ma al Quirinale non ci andrà.

Presidente della Repubblica, Berlusconi ora ci crede: i numeri ci sono ma non andrà al Colle

Il centrodestra intende muoversi compatto e per tempo per preparare i prossimi appuntamenti elettorali e politici, con particolare attenzione all’elezione del prossimo Presidente della Repubblica”.

Così si legge nel comunicato congiunto diramato al termine dell’incontro, che si è tenuto a Villa Grande la nuova residenza romana di Silvio Berlusconi sull’Appia Antica, alla presenza dei tre leader della coalizione.

Un vertice convocato d’urgenza dopo la scoppola rimediata alle elezioni amministrative, con l’obiettivo di cercare di serrare le fila in vista dei due prossimi grandi appuntamenti: l’elezione del Presidente della Repubblica a febbraio 2022 e le elezioni politiche a marzo 2023, ma le urne nel secondo caso potrebbero aprirsi in anticipo se Mario Draghi dovesse decidere di traslocare al Quirinale.

Proprio la corsa per il Colle sembrerebbe interessare molto Silvio Berlusconi, che non ha mai nascosto il desiderio di diventare lui il successore di Sergio Mattarella. Del resto, facendo dei rapidi calcoli, il leader di Forza Italia potrebbe avere i numeri necessari per coronare il suo sogno.

Le possibilità di Berlusconi di trasferirsi al Quirinale sono però minime: anche se ora meno demonizzato rispetto al passato, per il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle quella dell’ex Presidente del Consiglio rimane una figura troppo divisiva e difficile da digerire.

Presidente della Repubblica: le chance di Berlusconi

Il Presidente della Repubblica viene eletto dal Parlamento in seduta comune con l’integrazione dei delegati delle Regioni: si tratta di tre consiglieri (due di maggioranza e uno di opposizione) per ogni Regione con l’unica eccezione della Valle d’Aosta (solo uno). In totale i delegati regionali sono 58.

Il Parlamento è invece composto da 630 deputati e 320 senatori. La votazione avviene alla Camera a scrutinio segreto. Nei primi tre scrutini è necessario ottenere la maggioranza di due terzi dei voti per l’elezione. Dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta.

Nei primi tre scrutini, stando ai numeri attuali, servono almeno 673 voti per l’elezione del capo dello Stato. Dal quarto scrutinio sono invece sufficienti 505 voti tra parlamentari e delegati regionali.

Alla luce di questo, Silvio Berlusconi dal quarto scrutinio in poi potrebbe avere i numeri dalla sua parte se, oltre al sostegno compatto del centrodestra, dovesse arrivare anche quello di Italia Viva e dei centristi di Coraggio Italia e UdC.

Di recente Matteo Renzi ha incontrato Gianfranco Micciché, ras di Forza Italia in Sicilia, dove sono state gettate le basi di un possibile accordo in vista delle elezioni amministrative e regionali che nel 2022 si terranno nell’Isola.

L’elezione del Presidente della Repubblica potrebbe essere così il momento dell’ufficiale spostamento dei renziani verso il centrodestra, ma nonostante questo difficilmente Silvio Berlusconi verrà eletto.

Più facile che Matteo Renzi insieme a Matteo Salvini posso indirizzarsi verso una figura gradita ma meno ingombrante, vedi Pier Ferdinando Casini o Marta Cartabia, anche se il grande favorito rimane sempre Mario Draghi: il sentore è che la partita per il Quirinale la deciderà l’ex numero uno della BCE quando farà capire quelle che sono le sue intenzioni.

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