Prezzi gas alle stelle in Europa: quanto c’entra la Russia?

Violetta Silvestri

18/09/2021

La crisi europea dei prezzi del gas continua e agita i Governi: quale pesa sta avendo la Russia - fornitrice importante per l’UE - nell’impennata dei costi? L’Europa vuole chiarimenti, i motivi.

Prezzi gas alle stelle in Europa: quanto c’entra la Russia?

L’Europa pressata da prezzi del gas incontenibili e da record comincia a dubitare del ruolo della Russia.

Mosca è un fornitore cruciale dell’energia europea con la sua Gazprom: sta davvero manipolando il mercato, favorendo l’attuale impennata dei prezzi?

In sede comunitaria si esige chiarezza. Un gruppo di legislatori di diversi gruppi politici nel Parlamento europeo ha invitato la Commissione UE a indagare sul ruolo di Gazprom.

La crisi dell’offerta ha scosso il costo dell’energia in Europa, riducendo i profitti di alcuni dei colossi industriali del continente e minacciando di far deragliare la ripresa economica della regione. I prezzi del gas sono più che triplicati quest’anno e potrebbero continuare a salire secondo l’AIE.

Cosa c’entra la Russia con i costi del gas alle stelle?

Gas impazzito in Europa: colpa della Russia?

La posizione della Russia come fornitore affidabile di gas in Europa è sul banco degli imputati.

I prezzi record nel Regno Unito e nell’UE hanno attirato l’attenzione sulla riduzione delle forniture di gas naturale dalla Russia quest’estate, lasciando molti dubbi sul fatto che Mosca abbia attuato una politica di mercato leale.

L’obiettivo, secondo la teoria, sarebbe quello di aumentare i costi a un livello tale che la Germania affretti l’approvazione del controverso gasdotto Nord Stream 2, la cui costruzione, ora completata, è stata colpita dalle sanzioni statunitensi e dall’opposizione dei Paesi dell’Est Europa.

Intanto, il 17 settembre 40 membri del Parlamento europeo, in gran parte dalla Polonia e dagli Stati baltici, hanno chiesto un’indagine su Gazprom, azienda controllata dallo Stato.

L’accusa è che le forniture all’Europa nord-occidentale dalla Russia sono state, in media, inferiori quest’anno rispetto a prima della pandemia.

Inoltre, Gazprom ha ripetutamente rifiutato di mettere all’asta qualsiasi fornitura di gas supplementare nel mercato spot attraverso i gasdotti che passano attraverso l’Ucraina.

La società ha riconosciuto che sta riempiendo lo stoccaggio domestico a un ritmo più elevato rispetto agli anni precedenti, suggerendo che potrebbe esserci meno gas disponibile da inviare. E l’ad Miller ha anche sottolineato che i prezzi potrebbero ancora aumentare.

Gazprom e i fattori che spingono il gas

Secondo l’analisi di David Sheppard su FT, la prova più evidente che Gazprom sta giocando un gioco pericoloso con il mercato può essere trovata nei dati sullo storage europeo.

Nonostante lo stoccaggio totale sia inferiore al normale, le società energetiche europee sono ampiamente riuscite a reintegrare le scorte presso le strutture che controllano a un livello ragionevole. La maggior parte dello stoccaggio in Europa che non è stato riempito è in realtà controllato dalla stessa Gazprom.

Il mercato del gas, quindi, continuerà a essere teso. I fattori di incertezza che si aggiungono sono la maggiore domanda in Asia - con più paesi che cercano di sostituire almeno parte del carbone per avere una combustione più pulita - e possibili inverni rigidi.

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