Quale futuro per l’euro? La risposta di Tremonti a Money.it

Flavia Provenzani

15 Aprile 2020 - 19:50

Quale futuro per la moneta unica, alla luce delle tensioni in corso all’interno dell’Unione Europea? La risposta di Giulio Tremonti in esclusiva per Money.it.

Quale futuro per l’euro? La risposta di Tremonti a Money.it

Quale futuro per l’euro? Il progetto della moneta unica, intrinseco nell’Eurozona, ne uscirà integro dalla crisi dettata dal coronavirus che sta imperversando in Italia come in molti altri Paesi?

Sono queste le domande a tema Europa che più risuonano in questo momento, accompagnate dall’attesa per il Consiglio europeo, in cui l’UE dovrebbe finalmente muoversi con un piano concordato e definitivo di aiuti per gli Stati membri più in difficoltà.

Money.it ha chiesto a Giulio Tremonti, in occasione di un’intervista in esclusiva, il suo pensiero sulle prospettive future legate alla moneta unica.

Quale futuro per l’euro post-coronavirus? La risposta di Giulio Tremonti

È lecito domandarsi se il progetto della moneta unica riuscirà ancora a rimanere in piedi in seguito alla crisi economica in corso, o se invece rischia di rompersi definitivamente.

Secondo il Professore “può essere di tutto, molto dipende da noi”, aggiungendo che “quando parlavo di eurobond volevo arrivare ad un’unità più politica che economica dell’Unione Europea”.

È bene ricordare, tuttavia, che “in questo momento non è possibile unilateralmente uscire dall’euro per i singoli Stati, o meglio non saprei quanto ciò possa effettivamente funzionare, poi magari potrà accadere che tutto verrà giù e che i singoli Stati potranno essere costretti ad uscirne per salvarsi dalle macerie”.

I problemi legati al possibile ritorno della Lira sarebbero reali: “penso che il problema è che la moneta di prima era stampata e firmata da un Paese, una classe politica e da un popolo davvero uniti nel dare fiducia a chi stampava e firmava la moneta”, continua Tremonti.

Le divisioni interne non possono che pesare, prosegue il Professore:

“Adesso sinceramente non vedo tutto questo, siamo un Paese che ha enormi problemi di divisione interna. Dopo la guerra, invece, eravamo uniti e c’erano gli Einaudi e i De Gasperi.”

L’ex ministro delle finanze ci ricorda che “il progetto di moneta unica nasce con l’unificazione tedesca, per quanto fosse già in laboratorio. Lo scambio a quel punto era: Germania unita ma senza il marco con una moneta unica. Ed in qualche modo ha funzionato per un primo periodo”.

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