L’immigrazione è da sempre uno dei temi più caldi in Italia: ecco quanto costa annualmente allo Stato il soccorso in mare e l’accoglienza dei migranti.
Quanto spende l’Italia ogni anno per i migranti? Quello dell’immigrazione è un tema sempre di grande attualità in Italia, specie ora che al governo c’è una maggioranza di centrodestra che nel proprio programma elettorale ha preso in materia dei precisi impegni con i cittadini.
Stando ai dati forniti dal Viminale, nei primi sei mesi del 2023 sono stati oltre 54.000 gli immigrati sbarcati in Italia - non vengono considerati di conseguenza quelli arrivati nel nostro Paese via terra attraverso la cosiddetta rotta balcanica - un dato più che doppio rispetto allo stesso periodo del 2022 (21.800) e del 2021 (16.500).
Giorgia Meloni per anni ha promesso un blocco navale “subito” se fosse stata al governo; ora che è a Palazzo Chigi paradossalmente i numeri dell’immigrazione in Italia sono nettamente peggiorati: quella dei migranti è un fenomeno troppo complesso per essere ridotto a dei slogan di bandiera.
Un aspetto che spesso è stato tirato in ballo quando si parla di immigrazione è quello dei costi sostenuti dallo Stato per il soccorso in mare e l’accoglienza dei migranti. Anche in questo caso non è semplice stimare una cifra certa visto che sarebbero tante le voci da dover prendere in considerazione.
Guardando però le cifre snocciolate dal bilancio dello Stato, che dedica all’immigrazione una intera “missione”, ci si può fare un’idea di quelli che sono i costi per le casse nostrane.
Quanto spende l’Italia per i migranti
Prima di vedere i numeri è bene ricordare come, per quanto riguarda la spesa annua da parte dell’Italia per i migranti, non è possibile indicare una cifra ben definita ma soltanto fare una stima indicativa.
Questo perché i vari costi sono divisi nei bilanci di più ministeri, oltre al fatto che anche nei vari dicasteri le voci di spesa comprendono anche esborsi che non hanno nulla a vedere con l’immigrazione.
Nel bilancio dello Stato 2021 la spesa per la missione 27 “Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti” è divisa in tre programmi affidati ad altrettanti ministeri.
- Ministero dell’Economia (rapporti con le confessioni religiose) - 1.237,37 milioni di euro.
- Ministero dell’Interno (flussi migratori, interventi per lo sviluppo della coesione sociale, garanzia dei diritti, rapporti con le confessioni religiose) - 1.931,08 milioni.
- Ministero del Lavoro (flussi migratori per motivi di lavoro e le politiche di integrazione sociale) - 12,36 milioni.
Come si può vedere non tutti questi soldi però sono spesi per i migranti, visto che vengono usati anche per i rapporti con le confessioni religiose. A questo conto però va aggiunta anche la quota che l’Italia versa annualmente all’Unione europea per le politiche sull’immigrazione. Fare un conto esatto di conseguenza è molto complicato.
Numeri più chiari erano contenuti nel Def del 2018, dove si parlava di una spesa annua pari a 4,4 miliardi nel 2017 e di una previsione di 4,6 miliardi per il 2018 se il numero degli sbarchi fosse rimasto costante rispetto all’anno precedente.
Una spesa ben maggiore rispetto a quella presente nel bilancio dello Stato 2021, quando però gli sbarchi sono stati molto meno rispetto al passato anche in virtù della pandemia.
Nel 2020 infatti si è stimato che l’Italia abbia speso in totale 2 miliardi per i migranti ma ora, vista l’impennata degli arrivi sulle nostre coste, i costi potrebbero tornare ad aumentare.
Il nuovo patto Ue sull’immigrazione prevede anche una sorta di multa per quei Paesi che si rifiuteranno di accogliere la propria quota di migranti: nel concreto però sarà molto difficile poi presentare il conto a quei governi che non vogliono sentire parlare di accoglienza o solidarietà verso chi per ragioni geografiche si fa carico della maggior parte degli arrivi.
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