Papa Francesco ha aperto la Quaresima con un messaggio social rivolto ai giovani. Da oggi sull’app Telegram il Pontefice leggerà un versetto al giorno del Vangelo.
Oggi, Mercoledì delle ceneri, Papa Francesco ha aperto la Quaresima usando l’app di Telegram per mandare un audiomessaggio “social” ai giovani. Ogni giorno per tutto il 2016, Bergoglio leggerà sulla piattaforma di messaggistica istantanea un passo del Vangelo.
Papa Francesco, dopo aver salutato i 30mila fedeli e pellegrini presenti in piazza per l’Udienza Generale, ha inaugurato “KeepLent”, un’iniziativa che prevede la diffusione del Vangelo durante la Quaresima di Giubileo tramite Telegram.
L’iniziativa è promossa dal Servizio per la Pastorale giovanile della Prelatura di Pompei per annunciare il Vangelo quaresimale attraverso i social network. Chi si iscriverà al canale @PGPompei sulla piattaforma di messaggistica riceverà ogni mattina un messaggio da Papa Francesco con il versetto del Vangelo del giorno, accompagnato da una nota vocale di un minuto e mezzo che ne spiega il significato.
Il primo audiomessaggio diffuso dal Papa tramite Telegram invita i giovani a “compiere il bene perché è il bene” e non per ottenere gloria e ammirazione, ed è la prova che Bergoglio è sempre più aperto all’utilizzo dei social e delle nuove tecnologie.
Papa Francesco su Telegram: cosa dice l’audiomessaggio
“Cari ragazzi, Gesù disse ai suoi discepoli state attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro. Quando fai l’elemosina non suonare la tromba davanti a te. Il Padre tuo, che vede nel segreto ti ricompenserà. La parola di Dio ci dà il giusto orientamento per vivere bene la Quaresima”. ha detto Bergoglio rivolgendosi a tutti i giovani in ascolto.
Qui di seguito potete ascoltare l’audiomessaggio integrale che Papa Francesco ha mandato oggi su Telegram.
Bergoglio spiega il passo del Vangelo dicendo che quando facciamo qualcosa di bene, a volte siamo tentati di essere apprezzati e di avere una ricompensa: la gloria umana. Ma, ha avvertito il Pontefice, si tratta di una ricompensa falsa perché ci proietta verso quello che gli altri pensano di noi.
“Gesù ci chiede di fare il bene perché è bene. Ci chiede di sentirci sempre sotto lo sguardo del Padre celeste e di vivere in rapporto a lui, non in rapporto al giudizio degli altri. Vivere alla presenza del Padre è una gioia molto più profonda di una gloria
mondana.”
Bergoglio ha invitato tutti i fedeli, e i giovani in primis, a “vivere il nostro atteggiamento in questa Quaresima nel segreto in cui il Padre ci vede, ci ama, ci aspetta. Certo, anche le cose esteriori sono importanti, ma dobbiamo sempre scegliere e vivere alla presenza di Dio”.
Perché Papa Francesco è sempre più social?
L’applicazione utilizzata dal Pontefice per diffondere il Vangelo durante l’anno giubilare sarà Telegram, il nuovo servizio di messaggistica istantanea nato in Russia e alternativo a Whatsapp.
Bergoglio non si accontenta più solo di Twitter (dove ha un profilo attivo e seguitissimo) e delle pagine Facebook, quindi, ma vuole raggiungere le nuove generazioni direttamente sui loro smartphone.
I motivi che hanno indotto Papa Francesco a sposare questa iniziativa sono facilmente intuibili. I giovani usano le applicazioni di messaggistica istantanea ancora di più delle piattaforme tipicamente usate da postazione fissa. E se è vero che la tecnologia crea delle piazze, il Papa desidera raggiungere i giovani nei luoghi da loro prediletti.
Non si tratta solo di un’evoluzione del modo in cui la Chiesa cattolica decide di comunicare, ma di una precisa volontà di essere là dove ci sono i giovani, di trasmettere loro la percezione di presenza del Papa.
Che Bergoglio voglia abbattere le frontiere e le limitazioni storiche della Chiesa è cosa nota. Pensiamo solo a quando Sua Santità ha sfruttato Google Hangouts per comunicare con diversi gruppi di giovani.
Una scelta, quella del Vangelo letto e spiegato su Telegram, che conferma quindi l’apertura di Bergoglio alle nuove tecnologie e a Internet, che già nel 2014 aveva definito “un dono di Dio”.
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