La riforma delle pensioni è a rischio per colpa della TAV: conviene aspettare prima di dare le dimissioni per accedere a Quota 100.
Sull’approvazione della riforma delle pensioni Lega e Movimento 5 Stelle non hanno trovato ostacoli, concordi sulla necessità di trovare un modo per rendere più flessibile la Legge Fornero. Il Governo ha puntato tutto su Quota 100 introdotto con il decreto 4/2019, attualmente in esame alla Camera per la conversione in legge.
Se per la riforma delle pensioni - così come pure per il reddito di cittadinanza - Lega e Movimento 5 Stelle non hanno faticato nel trovare un accordo, altrettanto non sta succedendo sul fronte della TAV dove da parte dei pentastellati persiste una dura opposizione, con lo stesso Premier Conte che nelle ultime ore si è espresso dicendo che nutre diversi dubbi sulla fattibilità dell’infrastruttura.
Una situazione che secondo l’edizione online de La Stampa potrebbe portare Matteo Salvini a dire “Basta”, mettendo fine all’alleanza con il Movimento 5 Stelle che porterebbe alla caduta del Governo Conte. In tal caso la partenza di Quota 100, così come per il reddito di cittadinanza - potrebbe essere a rischio: ricordiamo, infatti, che se il decreto legge non viene convertito in legge entro 60 giorni dalla sua entrata in vigore (quindi entro il 28 marzo 2019) questo perde di efficacia. Sarebbe come se il decreto 4/2019 non fosse mai esistito, insieme a Quota 100, proroga Opzione Donna e a tutte le altre novità introdotte sul fronte previdenziale e assistenziale.
Un’ipotesi che fino a ieri non era stata presa neppure in considerazione, ma che gli ultimi sviluppi sulla TAV hanno riportato in auge. Se questa situazione dovesse concretizzarsi potrebbero esserci dei nuovi esodati ossia coloro che hanno già presentato dimissioni per il pensionamento convinti di poter accedere a Quota 100.
Perché Salvini potrebbe dire “Basta”
Quanto successo nelle elezioni in Basilicata e in Sardegna pone Salvini in una posizione di forza; la Lega è in vetta ai sondaggi elettorali, e in caso di prossime elezioni un’alleanza con Forza Italia e FdI potrebbe portare ad un Governo di Centrodestra anche con questa legge elettorale.
È anche per questo motivo che probabilmente Salvini non intende arretrare di un millimetro sulla TAV, mettendo persino a rischio l’alleanza con il Movimento 5 Stelle e la prosecuzione del mandato di Governo. Se da una parte sia Conte (“Non credo che serva all’Italia”) che Di Maio continuano a dire “No alla TAV”, dall’altra c’è Matteo Salvini che sta prendendo seriamente in considerazione l’ipotesi di tornare immediatamente alle urne.
A tal proposito nella serata di ieri il leader della Lega ha dichiarato:
“Se qualcuno mi dice che non servono i treni, anch’io vado fino in fondo, se devo andare fino in fondo, vado fino in fondo. Siamo in due a dire di ’no’, vediamo chi ha la testa più dura. Sono abituato ad andare fino in fondo. Voglio un’Italia che va avanti”.
Parole che probabilmente hanno come scopo quello di mettere all’angolo il Movimento 5 Stelle, provando a sbloccare la situazione. Ma c’è chi ritiene che il premier stia davvero pensando di mettere fine al Governo giallo-verde; lo stesso sottosegretario di Stato alla Presidenza dei Ministri - il leghista Giancarlo Giorgetti - ha dichiarato che “così l’alleanza non può andare avanti”.
Al momento si tratta di un’ipotesi e come tale bisogna trattarla. Tuttavia ci sono alcuni lavoratori che hanno presentato le dimissioni per pensionamento che cominciano ad essere preoccupati per il concretizzarsi di questo scenario: cosa potrebbe succedere in tal caso? Scopriamolo.
Nuovi esodati se Quota 100 non viene approvata
Come anticipato, affinché Quota 100 non perda di efficacia è necessario che il decreto 4/2019 che la disciplina venga convertito in legge entro la fine del mese.
I lavori alla Camera procedono regolarmente, quindi se non fosse per quanto sta succedendo sul fronte TAV non ci sarebbe alcun dubbio sulla sua conversione in legge.
Qualora questo “drammatico” scenario dovesse concretizzarsi tutti coloro che speravano di accedere alla pensione con Quota 100 rimarranno delusi: oltre al danno potrebbe poi esserci la beffa per chi in questi mesi ha già presentato le dimissioni, specialmente i dipendenti pubblici per i quali il decreto 4/2019 prevede un preavviso di sei mesi per l’accesso alla pensione con Quota 100.
Chi ha già presentato le dimissioni deve sperare che Quota 100 diventi definitiva: in caso contrario, infatti, potrebbe restare senza lavoro e senza pensione.
L’esempio calzante è quello dell’Inps che in questi giorni ha inviato un messaggio interno ai propri dipendenti ricordando loro che non è possibile presentare delle dimissioni condizionate, ossia legate alla conversione del decreto in legge, così da poter salvaguardare perlomeno il rapporto di lavoro in caso di perdita di efficacia di Quota 100.
Ecco perché consigliamo ai dipendenti pubblici, così come a tutti i lavoratori che ritengono che il loro datore di lavoro non accetti un ripensamento sulle dimissioni, di attendere la conversione del decreto in legge (semmai ci sarà) prima di comunicare la propria intenzione di accedere alla pensione.
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