Dimissioni per andare in pensione: come fare, obbligo di preavviso e quando comunicarle

Simone Micocci

16 Agosto 2022 - 17:16

Dimissioni per pensionamento: c’è l’obbligo di preavviso? E come vanno presentate? Ecco una guida utile.

Dimissioni per andare in pensione: come fare, obbligo di preavviso e quando comunicarle

Tra le ragioni che possono comportare l’interruzione di un rapporto di lavoro c’è il pensionamento. Chi deve andare in pensione, quindi, deve presentare domanda di dimissioni, attenendosi a quanto stabilito dalla normativa di riferimento.

D’altronde, tra i requisiti richiesti per andare in pensione c’è anche l’obbligo di cessare qualsiasi attività lavorativa di tipo subordinato, come stabilito dalla legge Amato del 1992 e poi ribadito qualche anno dopo, esattamente nel 1995, dalla legge Dini. Non è invece necessario sospendere eventuali attività lavorative di tipo autonomo, per le quali c’è piena compatibilità.

Per questo motivo, chi sta lavorando come dipendente nel programmare il pensionamento deve mettere in conto anche la necessità di darne tempestiva comunicazione all’azienda, così che questa abbia il tempo necessario per organizzarsi e individuare, se necessario, un sostituto.

Va detto, però, che una volta pensionati non c’è il divieto di lavorare: eccetto coloro che sono andati in pensione con Quota 100, o Quota 102, i quali devono aspettare fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia (67 anni di età) per riprendere a lavorare, tutti gli altri pensionati possono fin da subito mettersi alla ricerca di un nuovo lavoro, utile anche per aumentare la pensione futura grazie allo strumento del supplemento.

Ma concentriamoci su come funzionano le dimissioni in caso di pensionamento, ossia se per il dipendente in procinto di andare in pensione valgono o meno le stesse regole previste per la generalità delle dimissioni.

Come presentare le dimissioni per pensionamento

Quando si parla di dimissioni, anche se per pensionamento, bisogna fare una distinzione tra lavoratori del settore privato e quelli del pubblico impiego. Per i primi, a eccezione dei lavoratori domestici, infatti, il Jobs Act ha introdotto l’obbligo di presentare le dimissioni online; come specificato dall’Inps, questo vale anche per coloro che intendono dimettersi per il raggiungimento dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia o anticipata.

Quindi, il lavoratore privato che intende presentare le dimissioni deve accedere alla procedura telematica disponibile sul portale ClicLavoro del Ministero del Lavoro, dove - nella sezione “Servizi” -> “Dimissioni volontarie” - è disponibile l’apposito modulo da compilare e inviare online. Per utilizzare questo servizio è necessario essere in possesso dell’apposito Pin Inps di tipo dispositivo.

Per chi invece intende dimettersi dal pubblico impiego la procedura è differente: questi, infatti, devono comunicarlo compilando l’apposito modello messo a disposizione dall’amministrazione di appartenenza, per poi presentarlo alla stessa consegnandolo a mano all’Ufficio di Accettazione della sede centrale dell’ente di riferimento, oppure inviandolo per raccomandata A/R.

Preavviso per dimissioni per pensionamento

A eccezione delle dimissioni per giusta causa (tra le quali non rientrano quelle per il pensionamento) il dipendente che intende licenziarsi deve rispettare un preavviso di dimissioni.

I tempi del preavviso dipendono da diversi fattori, come ad esempio la qualifica e l’anzianità del dipendente: più queste sono elevate e maggiore sarà il preavviso che il lavoratore dovrà dare all’azienda. In ogni caso è al CCNL del proprio settore che bisogna fare riferimento per scoprire con quale preavviso dovete comunicare la vostra decisione di andare in pensione.

Generalmente, salvo diverse indicazioni presenti nel proprio CCNL, i tempi del preavviso per dipendenti pubblici e privato sono:

  • anzianità lavorativa fino a 5 anni: 30 giorni;
  • anzianità lavorativa compresa tra i 5 e i 10 anni: 45 giorni;
  • anzianità lavorativa maggiore di 10 anni: 60 giorni.

Qualora il preavviso non venga rispettato, per il dipendente ci sarebbe un costo da pagare più o meno elevato: questo, infatti, dovrà riconoscere al datore di lavoro la cosiddetta indennità di mancato preavviso, d’importo pari alla retribuzione che sarebbe stata percepita qualora il periodo di preavviso fosse stato lavorato.

Una sanzione che, come visto sopra, si applica anche nei confronti di coloro che intendono dimettersi per andare in pensione, in quanto tale fattispecie non rientra tra le ragioni che autorizzano le dimissioni per giusta causa.

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