Recovery Fund: cosa hanno ottenuto davvero i Paesi frugali?
Grazie all’accordo sul Recovery Fund anche i Paesi frugali hanno ottenuto diverse concessioni.
Essendo un compromesso, per sua natura l’intesa non è stata ovviamente in grado di accontentare tutti ma essa ha comunque rappresentato un passo importante, storico per l’Unione europea.
L’Italia ha ottenuto 209 miliardi di euro dall’accordo sul Recovery Fund, mentre ai frugali sono state riconosciute diverse garanzie necessarie ad ottenere il tanto agognato appoggio del Nord.
Recovery Fund: cosa hanno ottenuto i frugali sulla governance
Come ormai ripetutamente ribadito i soldi del Recovery Fund verranno erogati soltanto in seguito all’approvazione dei piani nazionali di riforma dei singoli Stati.
Inizialmente l’Olanda di Mark Rutte aveva proposto l’introduzione di un rigido freno di emergenza da affiancare a una modalità di voto unanime (in modo da poter bloccare anche singolarmente l’erogazione dei fondi).
Sulla questione si è consumato lo scontro tra il premier olandese e Giuseppe Conte. Alla fine nell’accordo sul Recovery Fund è finita una versione light del freno proposto dai frugali che hanno ottenuto comunque un certo peso nel processo di erogazione dei sussidi.
Stando al progetto, infatti, i PNR verranno valutati dalla Commissione europea. Questa valutazione a sua volta sarà approvata (non all’unanimità ma a maggioranza qualificata) dal Consiglio UE.
L’esecutivo comunitario si avvarrà dei pareri del comitato economico e finanziario sul conseguimento dei target in capo ai singoli Stati e se in quell’occasione - e in via straordinaria - uno o più Paesi accuseranno gravi scostamenti dal perseguimento degli obiettivi potranno chiedere al presidente del Consiglio europeo di rimandare la questione al successivo vertice.
In questo caso, i sussidi e dunque i soldi verranno bloccati fino alla definitiva risoluzione della questione. Il tutto però non potrà durare più di 3 mesi.
Le concessioni sul bilancio: i rebates
Dall’accordo sul Recovery Fund i Paesi frugali non hanno ottenuto solo concessioni in tema di governance, ma anche un aumento degli ormai noti rebates, ossia dei veri e propri sconti di cui usufruire per versare meno soldi al bilancio europeo.
Nello specifico, i rimborsi annui garantiti sono stati i seguenti:
- Olanda: 1,921 miliardi (dai 1,576 miliardi della proposta precedente);
- Austria: 565 milioni (da 287);
- Danimarca: 322 milioni (da 222 milioni);
- Svezia: 1,069 miliardi (da 823 milioni).
I rebates della Germania, invece, sono rimasti invariati a 3,67 miliardi di euro.
Ecco dunque cosa hanno ottenuto i Paesi frugali dall’accordo sul Recovery Fund.
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