Reddito di Cittadinanza, cosa succederà nei prossimi tre anni? La risposta nella bozza del Piano Nazionale delle Riforme.
Di Reddito di Cittadinanza se ne parla anche nella bozza del Piano Nazionale di Riforme, il documento di accompagnamento al DEF con il quale il Governo elenca gli obiettivi da perseguire nel prossimo triennio.
Un documento che fa chiarezza su quali sono gli obiettivi verso i quali lavorerà il Governo nei prossimi mesi e che in parte conferma anche il Reddito di Cittadinanza per il prossimo futuro, con la probabilità però che questo possa essere modificato per renderlo il più efficiente possibile.
Ad oggi, infatti, come si legge nel documento stesso, sono 65.302 i beneficiari del Reddito di Cittadinanza che hanno trovato un lavoro. Un dato che se confrontato con il numero dei percettori del RdC - che come svelato dall’INPS all’8 aprile 2020 erano 1.228.517 - potrebbe portare a delle conclusioni errate; bisogna considerare, infatti, che solo una parte di queste persone ha sottoscritto un Patto per il Lavoro con il Centro per l’Impiego e quindi risultano essere occupabili. Nel milione e oltre di beneficiari del dato INPS, infatti, sono compresi anche minorenni, disabili, over 65 e persone già occupate.
Altro aspetto di cui tener conto è che il progetto di potenziamento dei CpI - di cui si legge nella stessa bozza del PNR - è partito in ritardo rispetto alla misura stessa.
Ecco perché servirà una valutazione, che non può essere fatta in questo momento, di come il Reddito di Cittadinanza è stato in grado non solo di “eliminare la povertà”, quando di essere utile nel percorso di accompagnamento nel mercato del lavoro.
A tal proposito nel Piano Nazionale delle Riforme si legge della necessità di una valutazione, e non viene fatto segreto riguardo alla possibilità che il Reddito di Cittadinanza possa essere modificato in futuro.
Reddito di cittadinanza modificato? Cosa prevede il Piano Nazionale delle Riforme
Nel Piano Nazionale delle Riforme si parla anche di Reddito di Cittadinanza. Una misura che è in vigore ormai da più di un anno e che per questo motivo è arrivato il momento di fare delle valutazioni a riguardo. Nel dettaglio, nella bozza del PNR si legge che bisognerà “valutarne tanto l’efficienza quanto l’efficacia al fine di introdurre i necessari miglioramenti”.
Quindi, c’è l’intenzione di puntare sul Reddito di Cittadinanza anche nei prossimi anni, quando però la misura potrebbe funzionare diversamente rispetto ad oggi.
Questo perché bisognerà fare un primo bilancio per capire se eventualmente potrebbero esserci dei miglioramenti tali da incrementare il numero di quelle persone che grazie al percorso di accompagnamento al lavoro hanno trovato un nuovo impiego, fermo restando che nel frattempo bisogna dare ai Centri per l’Impiego il tempo per lavorare.
Si terrà ovviamente conto “dell’attuale crisi pandemica” - come si legge chiaramente nella bozza del PNR - la quale ha indubbiamente “complicato qualsiasi tipo di valutazione enfatizzando il ruolo dello strumento come sostegno alla povertà”; nonostante ciò, però, sarà comunque necessaria una verifica su come il Reddito di Cittadinanza sia stato capace di modificare lo status lavorativo del percettore, nonché su come eventualmente rendere efficace il processo di reinserimento formativo.
L’intenzione di puntare ancora sul Reddito di Cittadinanza, quindi, sembra esserci ma bisognerà fare assolutamente in modo che arrivino anche i risultati; ecco perché non si esclude una modifica sul funzionamento attuale della misura, prevedendo regole ferree riguardo all’accettazione di offerte di lavoro e magari inserendo anche dei nuovi incentivi per l’occupazione lato imprese.
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