Reddito di cittadinanza è rimedio contro la pandemia: ecco perché

Riccardo Lozzi

23 Luglio 2020 - 17:07

Un reddito di base provvisorio per le persone più povere per rallentare l’ondata di contagi: ecco la proposta del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo.

Reddito di cittadinanza è rimedio contro la pandemia: ecco perché

Un reddito di base per le persone più povere del pianeta per frenare l’impennata dei casi di Covid-19 e proteggere i soggetti più vulnerabili. Questa, secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, potrebbe essere un’arma efficace nella lotta al coronavirus, in attesa del vaccino.

Come sostenuto dall’UNDP, infatti, una misura del genere permetterebbe a circa 3 miliardi di persone di restare in casa, riducendo così in maniera considerevole il rischio di trasmissione del virus.

D’altronde, come si è potuto osservare nel periodo di lockdown in Italia, l’isolamento rimane una delle misure più valide nel contrasto al contagio da Covid-19. Con le riaperture e il ritorno al lavoro, stiamo infatti assistendo a un nuovo fisiologico aumento di casi: nel mondo si stanno registrando più di 1,5 milioni di casi a settimana, con una forte concentrazione nei Paesi in via di sviluppo.

Reddito di base per fermare nuova ondata di contagi

Nelle aree più povere del mondo gravemente colpite dalla pandemia un gran numero di uomini e donne si trovano attualmente in una situazione economica estremamente precaria. In un contesto del genere è quindi impossibile restare confinati nella propria abitazione, non potendo contare su alcuna forma di reddito e di sostentamento. Un reddito di base temporaneo fornirebbe loro i mezzi per acquistare cibo e pagare le spese sanitarie e scolastiche.

Nel report dell’UNDP, si stima che tale sussidio avrebbe un costo di 199 miliardi di dollari al mese. Una cifra economicamente sostenibile visto che, secondo il documento, corrisponderebbe al 12% della spesa totale mondiale prevista nel 2020 per il coronavirus e un terzo del debito complessivo dei Paesi del terzo mondo.

Abolendo gli oneri finanziari, quindi, gli Stati più deboli potrebbero risparmiare oltre 3 mila miliardi di dollari da mettere a disposizione sia per il reddito di base che per favorire azioni di lungo periodo a supporto delle imprese e delle popolazioni locali.

Un’ancora di salvataggio economica

Come dichiarato dall’amministratore del Programma Achim Steiner: “Periodi senza precedenti richiedono misure sociali ed economiche senza precedenti. L’introduzione di un reddito di base temporaneo per le persone più povere del mondo è al momento un’opzione. Una misura del genere sarebbe stata impossibile da proporre solo pochi mesi fa”.

I piani di salvataggio - continua Steiner - non possono concentrarsi solo sui grandi mercati e sulle grandi imprese. Un reddito di base temporaneo potrebbe consentire ai governi di offrire alle persone in lockdown un’ancora di salvataggio economica, iniettare denaro nelle economie locali per aiutare a mantenere a galla le piccole imprese e rallentare la diffusione devastante del Covid-19”.

In Italia, proprio in quest’ottica, è stato istituito il reddito di emergenza. Un sussidio rivolto ai nuclei familiari che hanno vissuto con più difficoltà il periodo di lockdown e per cui è possibile presentare domanda fino al 31 luglio.

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