Previsioni statistiche per le festività; alcuni territori rischiano maggiori restrizioni per i giorni di Capodanno. Il report completo sul cambio colore.
Sguardo sempre vigile sulle curve del contagio, sotto le feste più che mai. Le tre incognite sull’anno che verrà sono senza ombra di dubbio gli effetti del super Green pass e gli esiti delle dosi ai bambini così come la diffusione di Omicron ma il cambio di colore per alcuni territori potrebbe arrivare comunque e, ora più che mai, nessuno vuole rischiare di trovarsi in zona gialla da un giorno all’altro.
Le considerazioni degli esperti quindi avanzano di giorno in giorno, o meglio, tramite l’analisi globale dei dati settimanali è stata condotta una comparazione sistematica con i valori dei mesi precedenti. Grazie a questi numeri è possibile quindi ipotizzare lo scenario differenziato che si estenderà lungo tutta la penisola.
Meno casi ma più ricoveri e decessi
La curva epidemiologica cresce ma con un tasso progressivo inferiore, nonostante la variabile rappresentata da Omicron. Per gli esperti infatti questa variante tanto nota non è ancora presente in alte percentuali nel nostro Paese. Diciamo però anche che, come riporta Repubblica, da lunedì 6 dicembre a ieri ci sono stati 116.499 nuovi positivi. Un valore considerevole ma non eccessivo se comparato agli incrementi precedenti. Guardando in prospettiva infatti possiamo dire che questa settimana è stato registrato il 14,9% in più contro i precedenti valori del 23,3%, 27,6%, e del 42,1%, sempre comparati alla settimana antecedente.
L’altra faccia della medaglia è però rappresentata dall’alto tasso di ricoveri e dal rialzo sui decessi rispettivamente al +19% (7.526 persone contro le 6.333 della domenica precedente) e +22% ( 636 decessi a fronte di 521, per un totale di 134.831 individui da inizio pandemia).
Per trarre delle somme più concrete passiamo quindi a confrontare i parametri regione per regione. Il calcolo in questione è basato strettamente sui contagi:
- Basilicata: da 275 a 436 contagi (+161, +58,5%);
- Umbria: da 732 a 1.046 (+314, +42,8%);
- Piemonte: da 6.739 a 9.115 (+2.376, +35,2%);
- Veneto: da 17.051 a 21.439 (+4.388, +25,7%);
- Toscana: da 4.078 a 5.117 (+1.039, +25,4%);
- Sicilia: da 4.750 a 5.945 (+1.195, +25,1%)
- Calabria: da 2.070 a 2.544 (+474, +22,8%);
- Puglia: da 2.072 a 2.532 (+460, +22,2%);
- Lombardia: da 16.624 a 19.423 (+2,799 +16,8%);
- Provincia di Trento: da 1.213 a 1.390 (+177, +14,5%);
- Emilia-Romagna: da 9.840 a 11.160 (+1.320, +13,4%);
- Liguria: da 3.225 a 3.501 (+276, +8,5%);
- Valle d’Aosta da 366 a 385 (+19, +5,1%);
- Abruzzo: da 1.677 a 1.729 (+52, +3,1%);
- Lazio: da 10.696 a 10.991 (+295, +2,7%);
- Marche: da 2.905 a 3.010 (+105, +3,6%);
- Sardegna: da 1.005 a 1.017 (+12, +1,1%).
Le regioni a rischio per Capodanno: chi scende e chi sale
Come ben noto ormai l’andamento della pandemia è ciclico e a delle chiusure corrispondono sempre dei rispettivi cali di diffusione del virus. In lenta ma costante ripresa ci sono ora le zone in cui il giallo la faceva da padrone o quasi: Friuli, Molise e Provincia di Bolzano. In dettaglio osserviamo come la Provincia di Bolzano passi da 3.566 a 2.955 casi (-611, -17,1%), il Molise da 88 a 75 (-13, -14,7%) e il Friuli Venezia Giulia da 4.398 a 4.280 (-118, -2,6%).
D’altro canto ci sono due aree in particolare che possiamo definire delle candidate particolarmente “valide” per finire presto in zona gialla. I casi meno incoraggianti sono infatti quelli di Liguria e Provincia di Trento che potrebbero cambiare colore già da lunedì prossimo.
Il 20 dicembre la Liguria avrà ampiamente saturato i termini di permanenza nella zona bianca visto che già oggi registra il 12% delle terapie intensive occupate dai malati Covid e il 16% dei reparti di area non critica. I due limiti da superare, lo ricordiamo, sono infatti del 10 e il 15%. Analogamente la Provincia di Trento vede il 20% delle terapie intensive dedicate ai malati Covid ed il 16% dei reparti ordinari.
In negativo per il post Natale (cambio il 27 dicembre) anche Veneto (13% di occupazione delle terapie intensive e il 13% dei reparti ordinari), Marche con 14 e 12% e Lombardia con 9 e 14%. In coda poi Lazio con 12% per entrambi i parametri ed Emilia con il 10% ed l’11%.
Se la progressione resta invariata quindi abbiamo già un prospetto chiaro a cui poter fare riferimento.
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