La graduatoria finale di un concorso pubblico può essere annullata: questa decisione spetta o all’Amministrazione interessata, oppure al Tribunale Amministrativo.
Chi partecipa ad un concorso pubblico e rileva vizi di legittimità e procedurali può fare ricorso e impugnare graduatoria finale.
Tuttavia a seconda del vizio per cui si decide di fare ricorso contro un concorso pubblico bisogna rivolgersi ad un giudice differente; lo ha precisato recentemente il TAR Calabria nella sentenza 709/2017, con la quale è stata fatta chiarezza sull’impugnazione della graduatoria definitiva.
Quindi se avete partecipato ad un concorso pubblico e siete stati testimoni di comportamenti illegittimi da parte della commissione, o di operazioni poco corrette durante lo svolgimento delle prove, potete fare immediatamente ricorso e di seguito vi spiegheremo come fare.
Cosa succede alla fine di un concorso pubblico?
Una volta completate tutte le prove concorsuali - compresa la valutazione dei titoli, ove prevista - spetta alla commissione esaminatrice stilare una graduatoria finale indicando i candidati vincitori e gli idonei non vincitori.
I primi sono quelli che hanno ottenuto un punteggio tale da rientrare nelle prime posizioni utili della graduatoria e che quindi hanno diritto all’assunzione; i secondi, invece, pur avendo superato tutte le prove del concorso non rientrano nella disponibilità di posti. Quest’ultimi per essere assunti dovranno sperare nell’aumento dei posti e in un nuovo scorrimento della graduatoria.
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La graduatoria finale è provvisoria fino a quando questa non ottiene il via libera da parte dell’Amministrazione; spetta a quest’ultima, infatti, procedere con un mero riscontro di legittimità accertando la regolarità formale e sostanziale delle operazioni concorsuali.
Nel caso in cui l’Amministrazione si dovesse rendere conto di un errore nella procedura si limita a segnalarlo alla Commissione; sarà questa, infatti, a doversi attuare per ripetere l’operazione contestate così da eliminare qualsiasi vizio di legittimità.
Se invece l’amministrazione non rileverà errori darà il via libera alla graduatoria, la quale viene pubblicata sia sull’albo dell’Ente - o sul bollettino del Ministero - al quale si riferisce il concorso, che sulla Gazzetta Ufficiale.
A questo punto ci sarà un nuovo accertamento sui candidati vincitori del concorso, per verificare che questi soddisfino effettivamente i requisiti previsti dal bando. Solo allora i vincitori potranno sottoscrivere il contratto con la Pubblica Amministrazione ed essere immessi in servizio.
Ricorso contro il concorso pubblico: a quale giudice?
A seconda del momento in cui si decide di impugnare l’esito di un concorso pubblico c’è un giudice differente al quale appellarsi.
Infatti - come ricordato dal TAR Calabria - per quello che succederà dopo la graduatoria definitiva non si potrà fare ricorso al Tribunale Amministrativo dal momento che d’ora in avanti la procedura sarà soggetta alla giurisdizione del giudice ordinario.
Nel dettaglio è il D.Lgs. 165/2001, infatti, a definire i vari ambiti di competenza:
- tribunale amministrativo: procedure concorsuali che si sviluppano fino all’approvazione della graduatoria definitiva;
- tribunale ordinario: ha la competenza per tutte le fasi che susseguono alla pubblicazione della graduatoria definitiva, ovvero tutte quelle che riguardano l’assunzione al lavoro e le varie fasi del rapporto.
Quindi per vizi di legittimità riguardanti le procedure concorsuali bisogna fare ricorso al Tribunale amministrativo, mentre per quelli concernenti l’assunzione (o la mancata assunzione) al Tribunale ordinario civile; in entrambi i casi, naturalmente, sarà necessario il supporto di un avvocato.
Cosa succede se vengono accertati vizi di illegittimità?
La graduatoria finale quindi può essere annullata o dall’Amministrazione in seguito all’accertamento di legittimità, oppure dalla decisione della giurisdizione amministrativa. Cosa succede in questo caso?
L’annullamento riguarda tutti gli atti successivi alla pubblicazione della graduatoria, quindi anche l’immissione in servizio e la sottoscrizione del contratto.
A seconda della tipologia del vizio di legittimità accertato l’annullamento può essere efficace “erga omnes” - ovvero per tutti i candidati - oppure solamente per determinati soggetti.
In generale comunque si tenterà di salvare quelle operazioni concorsuali che non dipendono dai vizi procedurali rilevati e di far ripetere solamente quelle illegittime.
Quindi non è tutto il concorso ad essere ripetuto ma solamente quelle che presentano illegittimità e quelle a loro propedeutiche.
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