Novità nella Pubblica Amministrazione, firmato il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale. Al via la riforma richiesta da Mario Draghi.
Il Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ha firmato il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale, l’accordo quadro - sottoscritto anche dai sindacati Cgil, Cisl e Uil - che va a definire i contorni della prossima riforma della Pubblica Amministrazione.
C’è già chi parla di una “seconda rivoluzione Brunetta” (ricordiamo, infatti, che questo fu autore di una riforma della Pubblica Amministrazione nella sua precedente esperienza nella Funzione pubblica, nel periodo che va dal 2008 al 2011), in quanto all’orizzonte ci sono diverse novità che interesseranno sia i nuovi ingressi - con l’obiettivo di potenziare la dotazione organica attualmente a disposizione - che il personale già contrattualizzato.
La richiesta di riformare la Pubblica Amministrazione, in modo da renderla adeguata alla sfida che bisognerà affrontare con il Recovery Fund, è arrivata direttamente da Mario Draghi. A tal proposito, è importante la firma di oggi: con il Patto sottoscritto, infatti, Governo e sindacati si dicono allineati nel riassetto della funzione pubblica, con i vari punti del piano che saranno definiti in un secondo momento, con l’arrivo delle risorse da Bruxelles.
Sono già noti, comunque, i campi di intervento della riforma della Pubblica Amministrazione: ecco come il neo Ministro Brunetta intende intervenire nel pubblico impiego.
Riforma della Pubblica Amministrazione: cosa cambia con Brunetta
Come anticipato, l’obiettivo è di potenziare la Pubblica Amministrazione visto il ruolo di primaria importanza che questa avrà nel progetto di attuazione delle riforme previste dal piano di rilancio.
Ci si muoverà su due direzioni: da una parte si cercherà di valorizzare chi c’è già, specialmente coloro che nel passare degli anni hanno acquisito nuove competenze. Dall’altra, si punterà alla ricerca di personale altamente qualificato.
Novità per il rinnovo di contratto
Per questo motivo, ad esempio, con il rinnovo del contratto ci sarà lo sblocco delle carriere dei dipendenti pubblici, con nuove risorse per i livelli professionali. E sempre restando nell’ambito del rinnovo del contratto, le ultime anticipazioni ci dicono che Brunetta intende darne un’impostazione “privatistica”, introducendo, ad esempio, la detassazione del salario accessorio o anche il diritto permanente alla formazione. E bisognerà anche pensare a come regolarizzare nel contratto l’utilizzo allo smart working.
E ancora: spinta all’innovazione digitale, centralità dei sistemi di partecipazione sindacale, permessi e altre agevolazioni per il sostegno alla genitorialità.
Dovrebbe entrare a regime, quindi nella parte fondamentale dello stipendio, l’elemento perequativo, ossia quella voce introdotta dall’ultimo rinnovo contrattuale per far sì che - nonostante l’aumento di stipendio - il dipendente pubblico non perda il diritto all’ex Bonus Renzi.
Novità per i pensionamenti
Allo stesso tempo, si cercherà di favorire il ricambio generazionale nella Pubblica Amministrazione.
Novità, quindi, per il pensionamento dei dipendenti pubblici: come spiegato dallo stesso Ministro Brunetta, si sta pensando ad un meccanismo volontario di incentivi all’esodo, rivolti a quei dipendenti pubblici vicini al raggiungimento del diritto alla pensione e con professionalità non adeguate alle nuove sfide che dovrà affrontare la Pubblica Amministrazione. In questo modo si potrebbe favorire l’uscita dal mercato del lavoro con cinque anni di anticipo.
Novità per i concorsi pubblici
Nel contempo, la Pubblica Amministrazione dovrà essere dotata del personale di cui necessita. E non solo a livello numerico: sarà necessario, infatti, reclutare dei profili altamente qualificati, specialmente in quegli ambiti di cui oggi la PA è sprovvista. Pensiamo ad esempio agli ingegneri, o anche agli economisti.
Per il loro reclutamento il Ministro Brunetta sta pensando a dei concorsi più veloci per assunzioni a tempo determinato, quindi per il solo periodo necessario all’attuazione delle riforma.
Inoltre, l’intenzione è di sbloccare quei concorsi ormai fermi da tempo, facendo venir meno la logica del turnover.
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