Riforma del catasto, prime novità: maggiori controlli, sarà un’operazione trasparenza. Ma per dire se ci sarà un aumento delle tasse è ancora presto.
La riforma del catasto procede a grandi passi: annunciata - tra le polemiche, visto che c’è chi ritiene che questa comporterà un aumento delle tasse - da Mario Draghi nei mesi scorsi, cominciano a emergere le novità che ci aspettano in futuro.
Si tratta solamente di un inizio, in quanto per il momento si tratta solamente di una prima approvazione della commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria sul testo proposto dal Senato. Si tratta comunque di un passo importante in quanto ci dà una prima panoramica di quelle che sono le novità attese.
Nel dettaglio, la proposta del Senato riguarda il funzionamento della banca dati integrata, quella che di fatto pone le basi per la nuova riforma del catasto proposta dal Governo con una legge delega. Ecco quali sono - nell’attesa di nuovi sviluppi - i cambiamenti annunciati.
Nuova riforma del catasto: cosa cambierà
Diverse le novità annunciate con lo scopo d’individuare tutti gli immobili presenti sul territorio. Una delle novità più importanti della banca dati riguarderà le informazioni in essa contenute, quali di dati riferiti alle informazioni catastali delle proprietà immobiliari, con le amministrazioni che potranno consultare le informazioni riferite a:
- dati urbanistici;
- residenti sul territorio;
- titolari dell’immobile.
Ci sarà, dunque, una maggiore sorveglianza che riguarderà anche altri aspetti. Sulla falsariga del modello spagnolo, infatti, viene suggerito che nella banca dati possano essere indicati anche gli atti notarili ai fini dell’antiriciclaggio. A quale scopo? Grazie a questa novità, nell’archivio verrebbero indicate tutte le informazioni riferite alle transizioni di compravendita e sulla costituzione di società, con lo scopo di contrastare la stipula di atti con professionisti differenti in quanto in tal caso nessun notaio potrebbe avere una visione complessiva dell’operazione.
Controlli con la riforma del catasto: non saranno centralizzati
Bisognerà poi definire il sistema dei controlli. A tal scopo, dal Parlamento è arrivata la richiesta al Governo affinché questo non decida di attuare un sistema di controlli esclusivamente automatizzato. Va bene l’intelligenza artificiale, ma non si può pretendere che questa sia efficiente al cento per cento; secondo l’opinione condivisa dei senatori, infatti, qualsiasi controllo dovrà essere integrato con l’intervento umano.
Riforma del catasto: i soggetti interessati
Altro tema affrontato riguarda quello dei soggetti coinvolti dalla riforma del catasto. Ad esempio, per quel che riguarda la riscossione dei tributi, la commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria ha suggerito di garantire a tutte le società incaricate una consultazione gratuita dei servizi Siatel, quale Sistema d’interscambio anagrafe tributarie enti locali.
L’obiettivo è sempre lo stesso: assicurarsi che tutti paghino quanto dovuto, migliorando così le entrate degli enti locali. Altra novità è quella riguardante l’ampliamento del gruppo di soggetti a cui è consentito l’accesso alla banca dati come pure all’Archivio dei rapporti finanziari: l’obiettivo è inserire i Comuni, i quali oggi per fare l’accesso devono fare richiesta al Garante della privacy.
Si tratterebbe comunque di un accesso indiretto, in quanto il Comune dovrebbe passare per l’Agenzia delle Entrate.
E ancora, potrebbero accedere all’Anagrafe nazionale della popolazione anche gli istituti assicurativi. Anche qui lo scopo è tutto per mettere alla luce il sommerso: in questo modo, infatti, verrebbero messe alla luce le polizze cosiddette dormienti, quelle che vengono incassate da beneficiari e giacenti presso le imprese in attesa di prescrizione.
Riforma del catasto: cosa cambierà dunque?
Queste prime novità ci confermano quindi la ratio del provvedimento: la riforma del catasto servirà a fare in modo che tutti paghino quanto dovuto, mettendo alla luce tutte quelle informazioni oggi sommerse.
D’altronde rispetta quanto dichiarato da Mario Draghi fino a qualche mese fa, quando il premier descriveva la riforma del catasto come “un’operazione di trasparenza”. Questa avrà una durata di cinque anni per la messa a regime e sulle tasse ci sarà una decisione solamente nel 2026, una volta che la revisione delle rendite entrerà a regime.
Non significa, dunque, che con la riforma del catasto non ci sarà un aumento delle tasse sulla casa ma solamente che qualsiasi discorso a riguardo verrà solamente rinviato di qualche anno. Non è da escludere un aumento, ma neppure una riduzione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA