Rimborsi ai risparmiatori confermati con l’approvazione del decreto Crescita. Quali requisiti sono necessari? Tetto massimo dell’indennizzo portato a 200 mila euro.
Il rimborso ai risparmiatori truffati dalle banche ha ricevuto il via libera con l’approvazione nella serata di martedì al decreto Crescita, in seconda deliberazione.
Dopo mesi di incertezze, in cui gli indennizzi sembravano essere ormai un miraggio, il Consiglio dei ministri ha approvato l’accordo già vagliato nelle scorse settimane da diciassette associazioni dei risparmiatori - che hanno detto sì alla quadra trovata dal ministro dell’Economia Tria e approvata dall’UE.
L’ok definitivo per i rimborsi ai risparmiatori truffati prevede un innalzamento del tetto massimo dell’indennizzo a 200.000 euro (subordinatamente all’approvazione della Commissione europea).
Il decreto crescita prevede l’erogazione di rimborsi automatici per chi possiede un reddito imponibile al di sotto dei 35.000 euro lordi o un patrimonio mobiliare inferiore ai 100.000 euro. Nei giorni scorsi, invece, le indiscrezioni parlavano dello stesso limite di 35.000 euro, ma in riferimento all’Isee.
Per il premier Conte, “il Governo ha incluso nel decreto la norma che permetterà il rimborso dei risparmiatori danneggiati dalle crisi bancarie. Andiamo avanti, con determinazione e fiducia, sulla strada della crescita e dello sviluppo sociale”.
Rimborsi risparmiatori truffati: i requisiti
L’accordo che prevede la suddivisione della platea di risparmiatori da rimborsare in due categorie, a cui si rivolgono due tipologie distinte di cessione dell’indennizzo:
- i risparmiatori con reddito 2018 inferiore a 35.000 euro lordi o in possesso di un patrimonio mobiliare per un valore al di sotto del 100.000 (nel 2018) avranno accesso a rimborsi diretti;
- i risparmiatori restanti dovranno passare attraverso un arbitrato, anche se semplificato, in carico ad una commissione nominata dal ministero dell’Economia.
L’UE, secondo fonti di stampa, si troverebbe d’accordo con tale organizzazione, che si prevede renderà i rimborsi il più diretti possibile nel 90% dei casi, mentre per il restante 10% interverrà l’arbitrato.
Importo rimborsi risparmiatori truffati
be seguire le quote parte seguenti:
- rimborso del 30% del capitale perso per gli azionisti fino a un massimo di 200.000 euro;
- rimborso del 95% del capitale perso per gli obbligazionisti.
Lo stanziamento di risorse per gli indennizzi previsti dalla Legge di Bilancio 2019 è di 525 milioni annui per il triennio 2019-2021 per tutti quei risparmiatori vittime della liquidazione forzata attuata da alcune banche in crisi nel periodo di tempo tra il 16 novembre 2015 e il 1° gennaio 2018.
Quando arrivano i rimborsi?
Rimborsi automatici non significano, tuttavia, minori tempi di attesa. Secondo fonti interne al Governo l’erogazione del rimborso ai risparmiatori potrebbe slittare nel 2020.
Il comunicato del MEF
Il MEF ha diramato un comunicato ufficiale dal titolo “Il Fondo Indennizzo Risparmiatori (FIR): chi ne beneficia e modalità di accesso”, disponibile cliccando qui.
Rimborsi risparmiatori nel decreto crescita, un percorso ad ostacoli
Nelle scorse settimane l’articolo che conteneva le norme sugli indennizzi ai risparmiatori, inserito nel decreto crescita, era improvvisamente scomparso - u,
na ossa che, ancora una volta, si traduceva in un’ulteriore attesa per chi ha visto bruciare i risparmi di una vita a causa della liquidazione amministrativa coatta della propria banca.
Le linee guida per il Fondo indennizzi risparmiatori, descritto nell’articolo 35 secondo le versioni preliminari del provvedimento di cui, tuttavia, non è trapelato il testo, erano state tolte dal dl in fase di approvazione dal Consiglio dei Ministri. Il rimborso ai risparmiatori truffati dalle banche italiane in crisi (Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti, CariFerrara, Popolare di Vicenza, Veneto Banca) è da tempo fortemente voluto e pubblicizzato dal Movimento 5 Stelle - il viceministro Luigi di Maio ha incalzato a più riprese il ministro Tria affinché si trovasse un’intesa.
L’ostacolo UE al rimborso risparmiatori
Il motivo degli aspri confronti e della lunga attesa per il provvedimento è riconducibile alla difficoltà del Ministro dell’Economia Tria di seguire una strada che non si traducesse in una procedura d’infrazione europea.
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