Rinnovo del contratto per il personale della Sanità pubblica: l’accordo verrà raggiunto entro fine mese. Aumenti medi e lordi di 174 euro, ma gli infermieri per adesso sono penalizzati.
Per medici e infermieri, come per tutto il personale della Sanità pubblica, si avvicina il rinnovo del contratto per il triennio 2019-2021. Secondo le ultime indiscrezioni - alcune delle quali riportate da ItaliaOggi - sembra che sia stato trovato un accordo per l’aumento di stipendio.
Per il comparto Sanità, ovviamente, il tema dell’aumento dello stipendio è particolarmente sensibile: negli ultimi due anni, infatti, medici e infermieri sono stati definiti come dei veri e propri eroi e così effettivamente è. Ma quanto vale il loro impegno giornaliero, il loro lavoro in prima linea per far fronte alla pandemia?
Sarà il rinnovo a dirlo, con i circa 550 mila dipendenti della Sanità che attendono con ansia di sapere quando - al pari di quanto già successo per il personale pubblico delle Funzioni centrali, come pure per le Forze dell’Ordine - arriverà il momento dell’aumento di stipendio (e del contemporaneo arrivo degli arretrati).
Contratto Sanità 2019-2021: gli aumenti
Secondo le ultime notizie a riguardo, l’accordo per il rinnovo del contratto del personale statale impiegato nella Sanità, circa 550 mila dipendenti, verrà raggiunto sulla base di un incremento della parte tabellare dello stipendio del 4,5%.
Si tratta di aumenti medi e lordi di ben 174,00€ mensili per tredici mensilità. Una cifra di gran lunga superiore all’aumento di 117,00€ riconosciuto con il rinnovo del contratto per il comparto Funzioni centrali, come pure dei 110,00€ per le Forze dell’Ordine.
In totale sono 1,7 miliardi a disposizione, di cui una buona parte saranno destinati ad alcune specifiche categorie professionali, quali:
- riabilitazione
- ostetricia
- assistenti sociali
- operatori socio-sanitari
- operatori di pronto soccorso
Una decisione, quella di vincolare alcune risorse per le suddette categorie, che non premia gli infermieri. Per questa categoria, infatti, le cifre dell’aumento di stipendio sono molto lontane da quelle sopra indicate, tanto che l’indennità di specificità è ferma a 67,00€ (cifra proposta dall’ARAN che tuttavia non soddisfa i sindacati).
Il problema è che tenendo conto del personale come incrementato durante la pandemia, arrivato oggi 270 mila infermieri, le risorse a disposizione, 335 milioni di euro, appaiono insufficienti per garantire un incremento adeguato a coloro che sono stati in prima linea nella lotta alla pandemia. Anche perché tali risorse sono state stanziate sulla base di una quantificazione della platea professionale pre-pandemia, non tenendo conto dunque dell’aumento dell’organico che c’è stato negli ultimi mesi. A tal proposito, gli infermieri - molti rappresentati dal sindacato NurSind - chiedono che questa indennità venga aumentata raddoppiando - o quasi, la richiesta è di ulteriori 300 milioni - le risorse per l’indennità di specificità.
Contratto Sanità 2019-2021: quando arriva l’accordo?
Per l’accordo, tuttavia, bisognerà attendere ancora qualche settimana, anche per sciogliere alcuni nodi come quello che riguarda gli infermieri. Il tavolo di concertazione, infatti, è stato riaperto solamente venerdì scorso - 4 febbraio - e quindi ci dovranno essere altri incontri per arrivare a una definizione. L’obiettivo comunque è quello di arrivare a un accordo entro la fine di questo mese, o al più tardi a marzo.
Il prossimo incontro è in programma per il 10 febbraio, quando tra l’altro dovrebbe essere proposta la bozza del CCNL.
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