Quando è possibile ottenere un risarcimento per danno morale? Ecco quanto stabilito dalla Corte di Cassazione negli ultimi anni.
I danni morali sono quelle sofferenze verificatisi come conseguenza di un reato, anche se configurabile solo astrattamente.
Il risarcimento per danno morale è lo strumento con cui una persona riceve una somma in denaro come forma di compensazione per la propria sofferenza interiore soggettiva causata da un evento di cui non è responsabile. A risarcire il danno dovrà essere quel soggetto riconosciuto colpevole del fatto lesivo.
Come abbiamo già visto nella nostra guida sul risarcimento, ci sono alcuni danni che si definiscono non patrimoniali poiché riguardano la lesione di un interesse giuridicamente rilevante ma non sono valutabili sulla base di parametri oggettivi.
Tra i danni non patrimoniali per i quali è possibile ottenere un risarcimento c’è quello biologico, ovvero la fattispecie in cui un soggetto subisce dei danni alla salute. Negli ultimi anni la Corte di Cassazione ha interpretato il termine “danni alla salute” nel suo significato più esteso, facendo rientrare anche la sofferenza morale.
Quindi, il soggetto che dimostra la propria sofferenza personale causata da un determinato avvenimento può ricevere un risarcimento per danni morali.
Anche se questo è strettamente legato a quello biologico, è possibile ottenere un risarcimento per danni morali anche autonomamente, come vedremo in maniera più approfondita nel prosieguo dell’articolo.
Ecco una guida sul risarcimento per danni morali, dove trovate tutte le informazioni su come farne la richiesta e su quali sono i diritti tutelati.
Quali sono i danni morali?
Solitamente la vittima che ottiene un risarcimento per danni di tipo biologico, riceva anche un’altra somma a titolo di risarcimento per danni morali.
È l’esempio di chi in seguito ad un incidente stradale perde l’uso di uno o più arti: in questo caso oltre al risarcimento per l’invalidità provocata (danno biologico) questo ne riceverà anche un altro per le sofferenze morali scaturite dall’evento.
Ma è possibile chiedere il risarcimento per danni morali anche per eventi che non comportano alcuna lesione fisica per la propria persona; è il caso di chi perde un proprio caro in un evento da lui non provocato.
La stessa Corte di Cassazione negli ultimi anni ha fatto chiarezza sul fatto che il danno morale può essere risarcito indipendentemente dalle ripercussioni che un evento lesivo ha sulla capacità della vittima di produrre reddito. Inoltre, per esserci risarcimento del danno morale non è necessario che la sofferenza personale sia causata da un reato penale.
Per ottenere il risarcimento, però, è necessario dimostrare l’esistenza di un danno morale. Come fare? Vediamolo di seguito.
Come provare il danno morale
Nel caso in cui un soggetto abbia subito un danno biologico superiore ai 2-3 punti, non c’è bisogno di dimostrare anche l’esistenza del danno morale.
Automaticamente, infatti, al soggetto viene riconosciuto un risarcimento per entrambe le tipologie di danni. Quindi, se il medico legale accerta l’esistenza di un danno biologico con le suddette caratteristiche, anche il risarcimento per il danno morale è garantito.
Per quanto riguarda i danni morali non legati ad una lesione personale, la Corte di Cassazione ha chiarito che qualsiasi risarcimento di tipo non patrimoniale deve essere provato dalla vittima. Questo vale anche nel caso in cui l’evento abbia comportato una lesione dei diritti costituzionali inviolabili (libertà personale, libertà religiosa, libertà economica…).
Nel dettaglio, con la prova bisogna dimostrare che il pregiudizio abbia le caratteristiche della “gravità” e della non “futilità”. Il danneggiato che vuole chiedere il risarcimento per danni morali, quindi, deve allegare i fatti e le prove utili per dimostrare la sofferenza subita e il nesso di causalità con l’evento lesivo.
Risarcimento per danno morale anche senza quello biologico
Con la sentenza n°16197 del 30 luglio 2015, la Corte di Cassazione ha chiarito che, nonostante il danno morale alla pari di quello biologico costituisca un pregiudizio di tipo non patrimoniale meritevole di un risarcimento, questi due non sono legati l’uno con l’altro e vanno liquidati autonomamente.
Nel caso di specie la Cassazione ha liquidato un risarcimento danni sia per un ragazzo che ha riportato un’invalidità fisica permanente del 90% e gravi danni psichici in seguito ad un incidente provocato da un conducente che non si è fermato allo “Stop”, sia per la sua famiglia.
La Cassazione infatti ha riconosciuto che i danni provocati al ragazzo non si limitano alla sua sfera biologica, poiché hanno comportato anche un grave pregiudizio alla sua vita affettiva e all’opportunità di costituire una famiglia. Ma il danno morale è stato riconosciuto anche ai genitori del ragazzo, i quali inevitabilmente hanno subito una sofferenza personale visto lo stato in cui versa il figlio.
La Cassazione ha concluso dicendo che queste due tipologie di danno sono differenti tra di loro poiché corrispondono a due momenti essenziali della sofferenza dell’individuo: il dolore fisico nel caso del danno biologico, quello interiore e la significativa alterazione della vita quotidiana per il danno morale.
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