Il riscatto agevolato della laurea permette di accedere prima alla pensione anticipata, qualsiasi misura si utilizza per la quiescenza.
Il riscatto agevolato della laurea permette di valorizzare, ai fini previdenziali, gli anni impiegati nello studio universitario. Questo permette di avvicinare il momento del pensionamento nel caso si opti per la pensione anticipata.
Per chi utilizza il riscatto agevolato per anni di studio che si collocano prima del 1996 è richiesto l’esercizio dell’opzione contributiva che, di fatto, porta ad un ricalcolo contributivo dell’assegno spettante anche per i contributi versati prima del 1996.
Rispondiamo ad un lettore di Money.it che ci scrive:
“Mia moglie , 60 anni a dicembre 2021, è una dipendente regionale, entrata in servizio nel maggio del 1990, sta riscattando 4 anni di laurea, pagando una somma agevolata perché credeva di utilizzare l’uscita anticipata di O D. Visto che continuerà a lavorare vi chiedo se questi 4 anni , che sta pagando da un anno , con il sistema agevolato , valgono ai fini dell’uscita pensionistica di 41 anni e 10 mesi anticipata Fornero che scade il 2026 Lei ha anche altri 2 anni di contributi maturati da invalidità, dunque riuscirebbe ad uscire nel 2026 con 41 e 10 mesi Grazie della cortese risposta”.
Riscatto agevolato per pensione anticipata
Gli anni di contributi riscattati sono validi sia al diritto che alla misura della pensione. Qualsiasi sia la misura previdenziale che si intende utilizzare per uscire dal mondo del lavoro. E questo, di fatto, significa che gli anni riscattati saranno considerati come gli anni di contributi derivanti da lavoro effettivo e utilizzati sia per il raggiungimento del requisito contributivo per accedere alla pensione, sia per il calcolo dell’assegno spettante.
Il riscatto agevolato di 4 anni di studio universitario, quindi, permetterà a sua moglie di cogliere la pensione anticipata, che per le donne richiede 41 anni e 10 mesi di contributi, 4 anni prima sommandosi ai contributi che già possiede.
Le chiarisco una cosa però: la pensione anticipata ordinaria che richiede 41 anni e 10 mesi di contributi alle donne e un anno in più agli uomini non scade nel 2026. Si tratta, infatti, di una misura strutturale prevista dalla legge Fornero che resterà in vigore fintanto che la Legge stessa non verrà abrogata o modificata.
La data che lei cita, del 31 dicembre 2026, riguarda solo il congelamento dei contributi: fino a quella data, infatti, i contributi di accesso alla misura non subiranno aumenti per adeguamento all’aspettativa di vita ISTAT e resteranno, quindi, invariati. Dopo quella data, invece, pur restando in vigore la misura potrebbe subire un innalzamento dell’età pensionabile richiesta per l’accesso di 2 mesi ogni biennio se la speranza di vita media aumenta.
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