La Russia sempre più isolata a livello finanziario: gli asset della nazione sono ormai considerati tossici e investibili, tanto che l’indice dei mercati emergenti MSCI escluderà le azioni russe.
La Russia nel baratro finanziario? Le ultime novità sull’isolamento della nazione stanno oscurando le prospettive economiche e di tenuta di tutto il sistema Paese.
Il fornitore di indici mondiale MSCI ha deciso di esiliare lo Stato russo dal suo indice dei mercati emergenti, mentre FTSE Russell ha affermato che la nazione di Putin sarebbe stata rimossa da tutti i suoi indici.
Il commercio di azioni russe si è interrotto questa settimana, con la banca centrale che ha sospeso le negoziazioni.
I legami della Russia con i mercati globali sono ormai ai livelli minimi, con le sue riserve estere congelate dopo l’invasione dell’Ucraina, mentre i controlli sui capitali di Mosca e il divieto agli stranieri di vendere titoli a livello locale hanno bloccato l’uscita agli investitori internazionali.
Con le ultime decisioni finanziarie contro lo Stato russo, sta iniziando la capitolazione di Mosca? Cosa sta succedendo sui mercati.
Azioni russe fuori da indici mercati emergenti: cosa significa
La stragrande maggioranza di investitori e grandi trader considera il mercato russo non investibile e i suoi titoli saranno rimossi dagli indici dei mercati emergenti a partire dal 9 marzo, ha affermato MSCI. Il 7 marzo FTSE Russell farà lo stesso.
L’indice dei mercati emergenti di MSCI è uno dei benchmark più importanti per i trader e rappresenta un altro duro colpo per le società quotate russe.
Se o quando i mercati riapriranno, la decisione del fornitore dell’indice rende ancora più probabile che i gestori di fondi scarichino le loro azioni russe.
Mentre Mosca ha mantenuto il mercato azionario chiuso da lunedì, questa settimana le azioni quotate all’estero di società russe sono crollate.
Per supportare il proprio mercato, il Paese ha annunciato martedì che dispiegherà fino a 10 miliardi di dollari dal suo fondo sovrano per acquistare azioni.
Nel frattempo, c’è stato l’annuncio dell’agenzia di rating Fitch, che come la rivale S&P Global, ha ridotto a spazzatura il rating del debito sovrano russo.
Fitch ha declassato la Russia da tripla B a singola B, “territorio di spazzatura profonda”, sottolineando gli alti rischi di investire nel debito del Paese. Gli analisti dell’agenzia hanno segnalato che potrebbero ridurre ulteriormente il rating.
Fitch ha affermato che la gravità delle sanzioni imposte alla Russia in risposta alla sua invasione dell’Ucraina “rappresenta un enorme shock per i fondamentali creditizi della Russia e potrebbe minare la sua volontà di servire il debito pubblico.”
Trappola russa per gli investitori?
Russel Chesler, responsabile degli investimenti e dei mercati dei capitali presso il gestore di fondi VanEck Associates Corp, ha commentato gli eventi finanziari:
“Non possiamo vendere le nostre azioni russe. Anche la scorsa settimana i nostri broker non le avrebbero vendute quando i mercati erano aperti, e questo deteriorerà ulteriormente le cose per gli investitori.”
Quello che sta accadendo per i trader è davvero straordinario, ha aggiunto in un commento Marek Drimal, stratega che copre Europa, Medio Oriente e Africa presso Société Générale:
“Le risorse russe sono diventate tossiche, per mancanza di una migliore espressione. I mercati onshore sono barricati e sostanzialmente non investibili, mentre i mercati offshore sono stati martellati. La velocità degli eventi mentre stanno accadendo è semplicemente sbalorditiva.”
Dal lato finanziario, la Russia sta subendo il colpo: è questa la strada per una capitolazione?
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