Nella giornata di ieri gli indici S&P 500 e Nasdaq hanno toccato i massimi storici, ma l’alta volatilità continua ad alimentare brusche oscillazioni dei titoli.
Nella giornata di ieri – lunedì 25 gennaio – l’azionario statunitense ha continuato a seguire la scia rialzista degli ultimi mesi. L’S&P 500, indice di Standard&Poor’s riservato alle prime cinquecento aziende USA per market cap, ha chiuso in rialzo dello 0,4% a 3.855 punti, mentre il Nasdaq Composite ha registrato una crescita dello 0,7%, toccando quota 13.635 punti. In entrambi i casi, si tratta di un allungo che consente agli indici statunitensi di muoversi sui loro massimi storici.
Il Dow Jones, invece, ha ceduto 37 punti – il picco negativo intraday ha visto l’indice in negativo di 430 punti nella mattinata di ieri – ma a strappare l’attenzione degli osservatori, oggi, è l’alta volatilità che continua ad aleggiare sui mercati finanziari: secondo gli analisti, le oscillazioni dei prezzi sull’azionario sono destinate a durare.
Alta volatilità sui mercati finanziari
All’apparenza, è ancora il toro a farla da padrone: sulla scia rialzista dell’ ultimo anno - quest’ultima favorita dalle politiche di supporto in chiave anti-Covid delle banche centrali – l’azionario USA continua a strappare in avanti, nonostante la perdurante debolezza dell’economia statunitense (“In America si soffre la fame”, ha ammesso nei giorni scorsi il nuovo inquilino della Casa Bianca, Joe Biden).
Eppure, i risultati intraday di ieri mattina evidenziano una realtà preoccupante, sebbene già nota: la volatilità è alta, e gli “up and down” brutali delle quotazioni, come rilevato dall’analista Megan Horneman di Verdence Capital Advisors, “continueranno nei primi cento giorni dell’amministrazione Biden”.
Perché? C’è molta carne al fuoco: il piano di salvataggio dell’economia statunitense da 1.900 miliardi di dollari presentato alla stampa dal leader Democratico – e già contestato da alcuni rami del Congresso a causa del prevedibile effetto negativo sul deficit USA – potrebbe alimentare la crescita dell’inflazione nel corso del 2021. E i mercati, come evidenziato dalle performance negative dei principali indici il giorno dopo l’annuncio della nuova iniezione (monstre) di liquidità, non gradiscono.
C’è di più: nel corso di questa settimana le big tech a stelle e strisce, come Apple, Facebook, Tesla e Microsoft, renderanno noti i loro risultati finanziari del Q4 2020. Probabile, dunque, che nell’attesa di saperne di più alcuni investitori stiano “togliendo i soldi dal tavolo”, come suggerito dagli osservatori della CNN.
Preoccupa l’evoluzione della pandemia
A turbare il sonno degli investitori, poi, ci sono le sempre incerte evoluzioni sul fronte pandemico: Joe Biden, nei suoi primi due giorni alla Casa Bianca, ha firmato 14 ordini esecutivi per rimodulare la strategia anti-Covid degli Stati Uniti, in aperto contrasto con l’approccio “morbido” dell’amministrazione Biden.
Tuttavia, la media giornaliera di oltre 170.000 contagi, unitamente al passo incerto delle vaccinazioni (con l’UE che sta pagando la riorganizzazione dello stabilimento di Puurs da parte di Pfizer), continua ad alimentare un certo nervosismo tra gli investitori. E questi fattori ribassisti, fondendosi con la generale euforia di cui i mercati continuano ad essere permeati, rischiano ora di favorire un ulteriore “roller coaster” sull’azionario.
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