Dopo lo stop alla procedura d’infrazione, Matteo Salvini adesso è più cauto su tempi e modi della Flat Tax: “Però un sostanzioso taglio delle tasse per tanti italiani è un obiettivo”.
La cosiddetta Fase 2 del governo del cambiamento potrebbe non essere proprio come era stata dipinta dai suoi protagonisti. Sia Giuseppe Conte che i suoi due vicepremier, fin dalla campagna elettorale per le elezioni europee hanno ripetuto come il secondo anno della maggioranza gialloverde sarebbe stato incentrato sulla ripresa economica.
I piatti forte annunciati da tempo dovrebbero essere la Flat Tax, proposta dalla Lega, oltre che la diminuzione del cuneo fiscale per le imprese, proposta del Movimento 5 Stelle, per poter così creare i presupposti per il salario minimo.
Matteo Salvini nel post voto europeo è stato più che chiaro nel ribadire come “o mi fanno tagliare le tasse o saluto e vado a casa”, mentre l’ultima dichiarazione a riguardo “la Flat Tax la faremo, ma non subito e non per tutti” appare essere molto meno baldanzosa.
Di mezzo infatti c’è stata la lettera che il governo ha inviato a Bruxelles riuscendo così a evitare la procedura di infrazione, dove i gialloverdi hanno promesso alla Commissione Europea di tenere i conti in ordine nel 2020 allontanando così l’ipotesi di una Flat Tax subito e come era stata pensata da Salvini.
Salvini cauto sulla Flat Tax
Nei giorni che hanno preceduto la decisione della Commissione Europea sulla procedura di infrazione, dai megafoni gialloverdi non si sono sentite dichiarazioni su tematiche economiche ben consci della delicata partita che si stava giocando.
Fortuna per Matteo Salvini che ci ha pensato la nave Sea Watch 3 a fornire un ottimo tema per infiammare il suo elettorato e continuare a crescere nei sondaggi, visto che in merito alla Flat Tax gli è sfuggita solo una dichiarazione a mezza bocca dopo la notizia dello scampato pericolo della procedura.
“Piano piano il motore si è riavviato e il motore ha bisogno di benzina e la benzina è il taglio delle tasse - ha dichiarato il vicepremier ai cronisti fuori Palazzo Chigi - Il taglio delle tasse è la Flat Tax, per lavoratori e famiglie. E la faremo, non per tutti e non subito, però un sostanzioso taglio delle tasse per tanti italiani è un obiettivo”.
Dopo lo strepitoso risultato ottenuto alle elezioni europee, Salvini aveva subito dettato la sua agenda programmatica all’esecutivo con al centro la Flat Tax, da far partire nella prossima legge di Bilancio con l’abbassamento delle tasse al 15% per tutti i redditi sotto i 50.000 euro.
Per il leader della Lega il costo stimato sarebbe di 15 miliardi, l’anno però, annunciando più volte come gli esperti del Carroccio avessero già individuato le necessarie coperture per questa riforma fiscale.
La prossima manovra
“I soldi per la Flat Tax - aveva affermato il viceministro leghista Massimo Garavaglia lo scorso 24 giugno - ci sono li abbiamo individuati, però non le dico altrimenti Di Maio me le ruba…”.
Fatto sta che adesso per non infrangere la promessa fatta all’Europa di cercare di contenere deficit e debito pubblico, queste coperture dovranno uscire fuori ma se non saranno strutturali allora sarà dura portare a casa il risultato della Flat Tax.
Con 23 miliardi che nella manovra 2020 dovranno essere trovati per evitare l’aumento dell’IVA, il governo non può pensare di finanziarie la riforma fiscale in deficit altrimenti si andrebbe a rompere il patto siglato con Bruxelles.
In quest’ottica si possono leggere le parole molto più caute di Matteo Salvini sul tema: senza le coperture segrete e riposte con cura nel cassetto del viceministro Garavaglia, sarà dura fare una riforma fiscale come quella ipotizzata dalla Lega, fermo restando che ci potrebbe essere un ulteriore tassello della Flat Tax, magari riguardante determinate categorie, come già avvenuto lo scorso anno quando fu esteso il regime forfettario del 15% alle partite IVA fino ai 65.000 euro.
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