Lo schiaffo è reato, ne basta uno per integrare la percossa o l’ingiuria. Si rischia la reclusione fino a 6 mesi. I dettagli della decisione della Cassazione.
Lo schiaffo è reato, e ne basta uno solo per essere condannati per ingiuria reale o percosse. Questa è la decisione della Corte di Cassazione che, in una recente sentenza, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso proposto da un uomo che contestava la condanna di ingiuria reale inflitta in primo grado.
Nella sentenza in esame, i giudici della Corte non solo hanno deciso che lo schiaffo integra un’ingiuria, in quanto lede la dignità della vittima, ma può configurare anche il reato di percosse, per il quale basta un solo gesto che sia in qualche modo idoneo ad arrecare sofferenza fisica, anche lieve.
Nel caso di specie, dunque, la sentenza della Cassazione ha confermato le accuse del ricorrente e in più ha precisato i contorni penali dello schiaffo, anche quando è un singolo episodio isolato.
Anche un solo schiaffo è reato: la vicenda processuale
Punto di partenza della decisione della Corte di Cassazione è dato dal ricorso proposto da un uomo che contestava la pena inflitta nei gradi precedenti a causa di un unico schiaffo nei confronti della vittima.
In particolare, all’uomo veniva contesta la commissione di un ingiuria reale, la quale prescinde completamente dalla sofferenza fisica inflitta alla persona offesa.
Difatti, il reato si configura anche in presenza di un gesto simbolico (come può essere un ceffone sulla guancia) in grado di manifestare disprezzo e quindi arrecare una sofferenza di tipo morale, ancor più che fisica.
L’uomo, dunque, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di 3.000 euro alla cassa delle ammende. Qui la sentenza in allegato:
Lo schiaffo integra il reato di percosse: le precisazioni della Cassazione
Come abbiamo visto poc’anzi, un solo schiaffo può essere considerato come un’ingiuria reale, in quanto sufficiente a denigrare moralmente la vittima. Ma non finisce qui, secondo i giudici della Suprema Corte lo schiaffo può essere considerato a pieno una vera e propria “percossa” in quanto idoneo a provocare una sofferenza fisica nella vittima, e quindi ricompreso nella nozione dell’articolo 581 del Codice Penale:
“Chiunque percuote taluno, se dal fatto non deriva una malattia nel corpo o nella mente è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a trecentonove euro.”
Qui Risarcimento per percosse: quali danni sono risarcibili?
Se dallo schiaffo derivano conseguenze più gravi della sola sofferenza fisica, come una malattia, invece si avrà a che fare con il reato di lesioni personali.
A conferma di ciò, già in una precedente decisione, la Cassazione aveva ribadito che per il reato di percosse basta che il gesto produca “un’apprezzabile sensazione dolorifica” (Corte di Cassazione, sentenza n. 38392/2017).
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