Lo sconto benzina è stato drasticamente ridotto o azzerato per i cittadini della Lombardia al confine con la Svizzera. Ecco perché.
Da questa mattina diversi automobilisti si sono visti dimezzare o annullare lo sconto benzina previsto per i cittadini lombardi al confine con la Svizzera.
Il nuovo provvedimento prevede un ridimensionamento per i cittadini della fascia A, ossia quelli che abitano entro 10 chilometri dalla Svizzera e per quelli della fascia B, entro i 20 chilometri:
- Per la fascia A si è attuato un calo di 13 centesimi, passando da 23 a 10 centesimi al litro;
- Per la fascia B, la riduzione è sempre di 13 centesimi, da 15 a solo 2 centesimi per litro.
La notizia era già nota ai gestori degli impianti di rifornimento, ma per i conducenti di confine la sorpresa arriverà da oggi.
Benzina e coronavirus: stop agli sconti, ecco perché
Il ridimensionamento dello sconto benzina è dovuto ad un meccanismo automatico che confronta i prezzi medi della benzina delle pompe italiane con quelli elvetici, dal momento che il costo del carburante tra i due stati attualmente e molto simile, la necessità di effettuare sconti al fine di incentivare l’utilizzo di pompe italiane è venuta meno e si è proceduto con la decurtazione dello sconto.
Dal momento che i prezzi del carburante si equiparano, non è più necessario incentivare i cittadini italiani a rifornirsi presso i gestori italiani poiché non avrebbero più motivi economici per varcare il confine nel momento del rifornimento di carburante.
Le critiche al provvedimento
La decisione di dimezzare o annullare il buono benzina è stato aspramente criticato da diversi esponenti politici, primi fra tutti il consigliere regionale Angelo Orsenigo e il segretario del PD di Como, Federico Broggi:
“È un errore clamoroso che in una situazione così critica, Regione Lombardia pensi a dimezzare le agevolazioni per gli automobilisti che vivono nei Comuni di confine e che beneficiano di una riduzione sul rifornimento Ogni pieno carburante costerà agli automobilisti dai 5 ai 10 euro in più. Capiamo che si tratti di un momento critico, ma non è plausibile dare una comunicazione del decreto di Regione Lombardia ai gestori degli impianti, senza un confronto e una spiegazione”
Ciò che grava in modo particolare su questa decisione è anche il momento dettato dall’emergenza sanitaria del coronavirus, che ha visto un ridimensionamento di tutti i consumi nazionali. I gestori comaschi in questi giorni stanno già subendo una riduzione del servito pari al 50%. Con questa nuovo provvedimento potrebbero vedersi ridurre ulteriormente gli introiti.
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