Scoperta nuova variante sudafricana: cosa sappiamo e perché fa paura

Martino Grassi

31 Agosto 2021 - 11:54

Cresce la preoccupazione per la nuova variante sudafricana, conosciuta anche variante C.1.2, scoperta dagli scienziati alla fine di maggio 2021. Ecco cosa sappiamo fino ad ora e perché fa paura.

Scoperta nuova variante sudafricana: cosa sappiamo e perché fa paura

Mentre tutto il mondo continua a cercare di limitare l’avanzata della variante Delta, gli scienziati hanno individuato un nuovo ceppo di Covid: si tratta di una nuova variante sudafricana, chiamata anche C.1.2, identificata per la prima volta nel maggio 2021.

Stando agli studi preliminari, non ancora sottoposti a peer reviewed, questa nuova variante presenta il maggior numero di mutazioni rispetto a tutte le altre sequenziate fino ad oggi, e proprio per questo motivo cresce l’allerta negli esperti, che temono possa arrivare a “bucare” tutti i vaccini. Ma vediamo cosa sappiamo fino ad ora e perché preoccupa così tanto.

Nuova variante sudafricana: cos’è e cosa sappiamo

Alla lista delle varianti di Covid si aggiunge adesso una nuova forma di Coronavirus identificato per la prima volta lo scorso maggio in Sudafrica. Il nuovo ceppo presenta il maggior numero di mutazioni sulla proteina Spike mai individuato fino ad ora e gli scienziati sono già stati in grado di affermare che questa nuova mutazione, oltre ad essere più trasmissibile, potrebbe essere in grado di resistere agli anticorpi prodotti in seguito alla vaccinazione. Proprio per questo motivo, gli scienziati del National Health Laboratory Service a Johannesburg in Sudafrica hanno lanciato l’allerta, avviando uno stretto monitoraggio con l’obiettivo di evitare una diffusione su larga scala di questa nuova mutazione.

La nuova variante sudafricana è l’evoluzione della variante C.1, identificata lo scorso gennaio in Sudafrica, e sebbene al momento sia già riuscita a raggiungere più di 7 Paesi in Europa, Africa, Asia e Oceania, in tutto il mondo si registrano solo poche decine di casi, di cui la maggior parte in Sudafrica. Al momento, stando ai criteri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la variante C.1.2 è stata classificata come variante di interesse, insieme a Eta, Iota, Kappa e Lambda. Gli autori che hanno preso parte allo studio hanno fatto sapere che questo nuovo ceppo presenta molte più mutazioni rispetto a C.1, alcune delle quali sono state identificate per la prima volta:

“Come varie altre varianti che destano preoccupazione, C.1.2 ha accumulato un numero di sostituzioni al di là di ciò che ci si aspetterebbe dallo scenario del tasso di evoluzione di Sars-Cov-2. Questo indica probabilmente che queste mutazioni sono comparse durante un periodo di evoluzione accelerata in un singolo individuo con un’infezione virale prolungata nel tempo attraverso una co-evoluzione virus-ospite”.

Perché preoccupa gli scienziati

La scoperta di questa nuova variante di Covid ha aumentato la preoccupazione tra gli scienziati data la grande quantità di mutazioni presenti in questo nuovo ceppo, associate ad una maggiore capacità del virus di legarsi con i ricettori Ace2 del nostro organismo, ossia le porta d’ingresso delle cellule dell’essere umano, e con una ridotta attività di neutralizzazione.

Proprio per questo motivo i ricercatori hanno precisato che “questi elementi forniscono ragioni sufficienti per preoccuparsi di una trasmissione continuata di questa variante”. Per evitare una possibile diffusione di massa sarà dunque indispensabile incrementare il numero di persone vaccinate e continuare ad adottare il nuovo galateo, che prevede l’uso della mascherina e il rispetto del distanziamento sociale.

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