Scuola, 13mila insegnanti positivi al coronavirus: cosa succede?

Martino Grassi

11/09/2020

In totale sono risultati positivi al test sierologico 13mila docenti, tuttavia Conte ha rassicurato che questo dato non altera il progetto di ritorno a scuola.

Scuola, 13mila insegnanti positivi al coronavirus: cosa succede?

Sono 13mila gli insegnanti risultati positivi al test sierologico per il coronavirus, un numero molto alto che potrebbe mettere a rischio la ripartenza delle scuole per mancanza di docenti, dal momento che non potranno prendere servizio fino a quando non saranno risultati negativi.

Per il momento sono stati sottoposti al test circa 500mila docenti e personale scolastico, ossia il 50% del totale, e di questi il 2,6% è risulto positivo, ha fatto sapere il Tg1. Il conteggio è stato effettuato da Domenico Arcuri, il Commissario per l’emergenza sanitaria.

13mila insegnanti positivi al coronavirus

Dopo l’avvio della campagna volta a testare gli insegnanti, 13mila docenti sono risultati positivi al coronavirus. In questa cifra tuttavia non vengono conteggiati quelli del Lazio, dal momento che la Regione ha deciso di condurre i test in modo autonomo. Sono stati distribuiti in totale 2 milioni di test nei vari istituti presenti sul territorio nazionale, la Lombardia per il momento è la regione che ha testato più insegnati, circa il 76% del corpo docente, mentre la Sardegna, fanalino di coda, solo il 5%.

Arcuri ha rassicurato, sostenendo che entro il 24 settembre si stima che saranno sottoposti al test circa il 60-70% degli insegnanti. Attualmente i ritardi sono motivati dalla difficoltà di reperire medici che sottopongano gli insegnanti al sierologico. Il viceministro della Salute, Pier Paolo Sileri ha affermato che:

“Va rafforzata la moral suasion perché vengano effettuati i test, ma la scuola riaprirà in sicurezza. In quelle circostanze dove il sistema non è ancora pronto si potrà aspettare quattro o cinque giorni per partire in totale sicurezza”.

La scuola riprenderà con regolarità

L’elevato numero dei docenti positivi ha fatto sollevare lo spauracchio che la riapertura della scuola potesse slittare per carenza del personale, tuttavia il premier Giuseppe Conte ha dichiarato che si tratta di “un elemento di criticità ma non altera il progetto di ritorno a scuola: continuiamo a perseguirlo”.

L’esecuzione del test sierologico inoltre è stato oggetto anche di alcune critiche, prima fra tutte da parte del virologo Andrea Crisanti, secondo cui è una “misura non idonea”, precisando che sarebbe stato meglio svolgere fin da subito i tamponi. Crisanti parla anche della misurazione della temperatura all’interno della scuola, regola che al momento non è contenuta all’interno delle linee guida del MIUR. Per il virologo questa procedura sarebbe invece fondamentale: “Ho cercato di spingere sulla misurazione della temperatura a scuola, e questo incoraggerebbe le famiglie a misurala meglio. Immaginiamo 8 milioni di famiglie che usano rilevatori diversi tra essi”.

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