Cosa accade alle lezioni nel caso in cui una classe venga messa in quarantena? La soluzione proposta dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina.
Cosa accade alle lezioni se una classe viene messa in quarantena? La scuola sta per ripartire, ma ancora permangono molti dubbi sulla ripresa delle lezioni in sicurezza. Dapprima il dilemma sull’obbligo delle mascherine, poi quello sulle procedure da attuare qualora uno studente risulti positivo al coronavirus sono stati risolti dal Comitato Tecnico Scientifico e le autorità competenti, garantendo, quanto più possibile, la sicurezza degli studenti.
Dal ministro dell’Istruzione Azzolina adesso arriva anche un piano per garantire le lezioni, se una classe dovesse essere messa in quarantena, come durante il periodo di lockdown infatti, se gli studenti non potranno presenziare in aula seguiranno la didattica a distanza.
Classe in quarantena, scattano le lezioni online
Il ministro dell’Istruzione ha ricordato come la scuola non sia “un posto fatato, asettico, dove il rischio è zero per questo abbiamo lavorato con l’ISS per avere un protocollo e stabilire cosa si fa se c’è un contagiato in classe”. Azzolina ha poi ricordato che, secondo le attuali linee guida, se tutta una classe sarà messa in quarantena si procederà con la didattica a distanza, precisando che i docenti non potranno rifiutarsi di svolgere la propria attività da remoto.
A conferma del protocollo stilato dal ministero, Azzolina riporta il caso di Roma al Marymount, dove dapprima si era ipotizzata la quarantena per 65 studenti poi ridotta solamente a 9 persone, adesso in isolamento, nel corso di un intervento a il caffè della domenica su Radio 24, invitando tutti al buonsenso.
La questione dei lavoratori fragili
Azzolina si è espressa anche sui cosiddetti lavoratori fragili tra il corpo docente, ossia quei dipendenti considerati a rischio per età e presenza di patologie pregresse, affermando che:
“Avere più di 55 anni non significa essere fragile. Bisogna avere patologie pregresse di un certo rilievo. L’equazione che è stata fatta è scorretta. I numeri che si erano letti, 300 mila docenti, non corrispondono al vero. C’è una procedura per stabilire se un lavoratore è fragile e se deve essere sottoposto a sorveglianza speciale. Sono circolate alcune inesattezze”.
Il ministro infatti aveva riportato solamente 300 richieste da parte degli insegnanti che volevano ottenere la certificazione della condizione di fragilità, un numero decisamente inferiore alla stima che circolava nei giorni scorsi. Azzolina ha poi manifestato un grande entusiasmo per la ripresa delle scuole affermando che “Sarà un giorno emozionante, il primo giorno di scuola. La temperatura si misura a casa, questo per evitare che gli studenti sintomatici possano diventare un pericolo per gli altri. Ci vuole responsabilità. Saranno accolti dal personale scolastico e dai docenti. Bisogna evitare gli assembramenti”.
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