Su Facebook è partita una raccolta fondi per sostenere la Sea Watch: più di 300 mila euro raccolti in un giorno. L’obiettivo? Aiutare ad affrontare le spese legali e le future sanzioni.
Il braccio di ferro tra il ministro dell’Interno Matteo Salvini e la Sea Watch, la nave ONG capitanata da Carola Rackete è giunto a punto di svolta e su Facebook spunta una raccolta fondi per coprire le spese legali e le eventuali sanzioni scaturite dall’entrate nelle acque territoriali italiane.
Gli utenti di Facebook non stanno a guardare, e nelle ultime ore è nata un’iniziativa che ha saputo raccogliere in poche ore più di 300 mila euro. Il dato è a dir poco sorprendente e testimonia una forte sensibilità al tema da parte di molti cittadini italiani (attualmente sono oltre 18 mila gli utenti che hanno donato) diametralmente opposta alla dura posizione applicata da Matteo Salvini.
La raccolta è stata inaugurata il 26 giugno alle 15, contando in poco tempo una partecipazione davvero generosa. Ma cosa rischia davvero la Sea Watch puntando allo sbarco a Lampedusa?
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Sea Watch: la raccolta fondi su Facebook
Una vera e propria forma di attivismo digitale quella pensata dall’utente Franco Matteotti, che ha creato la raccolta fondi su Facebook con un appello:
Il capitano Carola di Seawatch 3 sta entrando in acque territoriali italiane. Difendiamola.
“Sono responsabile dei 42 naufraghi salvati in mare che non ce la fanno più, le loro vite sono più importanti di qualsiasi gioco politico.Se il nostro capitano Carola segue la legge del mare, che le chiede di portare le persone salvate dalla Sea Watch 3 in un porto sicuro, potrebbe affrontare pesanti condanne in Italia. Aiutaci a difendere i diritti umani, condividi questo post e fai una donazione per la sua difesa legale". per Sea-Watch e il tuo contributo farà la differenza, piccolo o grande che sia. Ogni contributo è utile. Grazie per il tuo sostegno. Ho incluso le informazioni su Sea-Watch di seguito.
Nella descrizione viene indicato anche che “In caso non fosse necessario usare i fondi, questi rimarranno a disposizione di Sea Watch per la prossima missione”.
Fare una donazione è semplice e sicuro (Facebook ha introdotto la funzione già da diverso tempo): basta cliccare su “Quanto vuoi donare?” e scegliere uno degli importi proposti oppure indicare la cifra desiderata cliccando sul pulsante blu Fai una donazione. È possibile pagare con PayPal o con inserendo i dati della propria carta di credito o prepagata.
Sea Watch: cosa rischia la ONG
L’aver violato il divieto fa scattare il nuovo decreto sicurezza per la trentenne tedesca: il provvedimento, sostenuto fortemente da Salvini, prevede una sanzione amministrativa compresa tra i 10 mila e i 50 mila euro.
Il decreto sicurezza bis, approvato pochi giorni fa, conferisce al ministero dell’Interno il potere per “limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale, salvo che si tratti di naviglio militare o di navi in servizio governativo non commerciale, per motivi di ordine e sicurezza pubblica”.
A questo si aggiunge l’articolo 2 che oltre ad applicare la sanzione prevede la confisca della nave e il successivo sequestro cautelare. La situazione si evolverà nelle prossime ore e la raccolta fondi su Facebook potrebbe già far fronte alla sanzione amministrativa applicata alla ONG.
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