L’allarme è stato lanciato dal presidente della Serie A Paolo Dal Pino: il coronavirus avrebbe prodotto una perdita complessiva al calcio pari a 600 milioni, con quindici club della massima serie che a novembre potrebbero avere problemi di liquidità per pagare gli stipendi.
Mentre il Paese si spacca a seguito del nuovo DPCM firmato dal premier Conte, con tanto di scene di guerriglia urbana che si sono vissute nelle principali città italiane, anche la Serie A lancia il suo grido d’allarme.
Emblematiche sono state le parole del presidente della Serie A Paolo Dal Pino, che ha spiegato come “siamo vicini al collasso, temo che l’economia del Paese pagherà a caro prezzo le misure restrittive poste in essere”.
Stando a quanto riportato da La Repubblica, in vista del prossimo 16 novembre termine ultimo per il pagamento degli stipendi di settembre, al momento ben 15 club su 20 in Serie A non avrebbero la liquidità necessaria per far fronte agli impegni verso i propri tesserati.
Dal lockdown in poi, il coronavirus avrebbe portato perdite complessive per la Serie A stimate in 600 milioni: 200 milioni sarebbe l’ammanco del finale dello scorso campionato, mentre fino a dicembre si parla di altri 400 milioni in meno.
Nel dettaglio, questo buco monstre sarebbe dovuto per il 65% ai mancati incassi da botteghino, mentre il restante 35% deriverebbe dai minori introiti per quanto riguarda gli sponsor.
Stipendi a rischio in Serie A?
Il mondo del calcio continua a fare i conti con il coronavirus mentre l’ultimo DPCM, visto il peggioramento della situazione sanitaria in Italia, cancella anche la possibilità dell’ingresso dei mille spettatori allo stadio.
Proprio i mancati incassi degli abbonamenti e della vendita dei biglietti sarebbero la causa della penuria di liquidità in Serie A. Se poi ci mettiamo anche il mancato pagamento da parte di Sky dell’ultima rata dei diritti TV dello scorso anno, ecco che il quadro è completo.
Sempre secondo La Repubblica, la situazione sarebbe così allarmante che il presidente della FIGC Gabriele Gravina avrebbe scritto al premier Conte e ai ministri Speranza, Guatieri e Spadafora.
La richiesta sarebbe stata quella del congelamento dell’Irpef, “spostando o rateizzando di almeno un anno o due” come ha invocato il patron della Sampdoria Massimo Ferrero, ma dal governo non si registrano aperture a riguardo.
Allora ecco che la Serie A potrebbe ricorrere a un piano di emergenza. Dopo il via libera a CVC per realizzare una media company per commercializzare i diritti televisivi, sono previsti l’arrivo di 1,6 miliardi.
L’idea sarebbe quella di incassare sotto forma di anticipo il paracadute solitamente destinato ai club che retrocedono: a beneficiarne sarebbero così tutti i club della massima serie, big come Juventus o Inter comprese.
“In più l’idea è di spalmare il resto della cifra come dividendi per i prossimi 9 anni - scrive sempre La Repubblica - in modo da distribuirli anche mano a mano alle varie società che dalla Serie B saliranno in Serie A”.
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