Il nuovo decreto Covid, approvato dal Consiglio dei ministri, ha prorogato le regole previste per il lavoro agile. Non è ancora arrivato il momento, per tutti i lavoratori, di tornare in ufficio.
Con il nuovo decreto Covid cambiano le regole per green pass, mascherine, capienza negli stadi e si abolisce il sistema dei colori delle regioni. Ma non è ancora arrivato il momento, per tutti, di tornare al lavoro in ufficio. Non cambiano, infatti, le regole vigenti in tema smart working. Con la proroga al 30 giugno 2022, sarà ancora possibile ricorrere al lavoro agile - nel settore privato- senza che sia necessario l’accordo individuale tra datore di lavoro e dipendente. Prorogato al 30 giugno anche lo svolgimento del lavoro agile per i lavoratori “fragili”.
Non si tornerà, quindi, alle regole ordinarie - in particolare previste nelle legge 81/2017- e non verrà meno la possibilità per il datore di lavoro di organizzare il lavoro agile in maniera unilaterale (inviando una semplice e-mail) senza dover necessariamente avere il consenso del dipendente e senza la necessità di seguire le lunghe procedure amministrative.
Con il nuovo decreto Covid arriva la proroga al 30 giugno del lavoro agile
Bisognerà aspettare il 30 giugno, come previsto nel nuovo decreto Covid approvato dal Consiglio dei ministri, per tornare alle regole ordinarie in materia di smart working. Non verranno meno tutte le agevolazioni per il lavoro agile previste durante la pandemia e, in particolare, il datore di lavoro che vorrà continuare a utilizzare lo smart working nella sua azienda non sarà obbligato a firmare un accordo individuale, con ogni singolo dipendente interessato, per disciplinare gli aspetti individuati all’interno della legge 81/2017, ma potrà continuare a utilizzare le agevolazioni previste.
Per i dipendenti pubblici, invece, le regole dello smart working sono previste e delineate all’interno dei contratti di lavoro, anche se questi non sono ancora in vigore. In attesa che l’iter burocratico avviato si concluda e quindi entrino in vigore i nuovi contratti, per i dipendenti pubblici valgono le direttive e le linee guida emanate dal ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta. Insomma, nel pubblico si è già tornati agli accordi individuali previsti dalla legge. In particolare le amministrazioni sono libere di gestire le rotazioni dei dipendenti purché vi sia una «prevalenza» del lavoro in presenza rispetto a quello da remoto.
Le nuove prospettive per il lavoro agile a partire dal 1°luglio
È stato trovato in Commissione Lavoro alla Camera l’accordo su un testo unico per il lavoro agile che potrebbe arrivare in aula, per l’approvazione, verso maggio. Come già previsto nell’intesa tra il ministero e i sindacati, ci sarà più spazio per la contrattazione collettiva nella regolamentazione del lavoro agile una volta che sarà terminato lo stato di emergenza: per parlare di smart working sarà necessario svolgere almeno il 30% delle ore complessive a distanza. I giorni saranno distribuiti nel mese e non su base settimanale.
Il contratto collettivo dovrà anche chiarire le rispettive responsabilità in capo al datore di lavoro e al dipendente per la sicurezza e gli strumenti, ma anche per quanto riguarda la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro come al diritto alla priorità al lavoro agile per i lavoratori disabili e per chi è in congedo maternità. Infine, il contratto dovrebbe garantire anche l’equiparazione a livello economico e giuridico dei dipendenti in modalità smart working e in presenza. Viene anche previsto uno sconto sui contribuiti Inail dell’1 per cento per i datori che adotteranno il lavoro a distanza.
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