Sostituzione dipendenti non vaccinati: come funziona, limiti e scadenze

Simone Micocci

7 Gennaio 2022 - 11:04

Dal 15 febbraio 2022 un dipendente non vaccinato con più di 50 anni non potrà più recarsi al lavoro. Per le imprese vi è la possibilità di una sostituzione temporanea.

Sostituzione dipendenti non vaccinati: come funziona, limiti e scadenze

Nuove regole per le aziende che improvvisamente si trovano a corto di personale a causa dell’obbligo di vaccinazione imposto per tutti i cinquantenni, le quali potranno procedere alla sostituzione degli stessi. È il nuovo decreto a prevederlo, quello che introduce l’obbligo vaccinale per 2,5 milioni d’italiani, ossia per coloro che hanno più di 50 anni.

Un’imposizione che potrebbe mettere a rischio il regolare svolgimento delle attività per molte aziende. Chi ha compiuto 50 anni, infatti, non potrà più recarsi al lavoro e pur mantenendo il diritto alla conservazione dell’impiego dovrà rinunciare per qualche mese allo stipendio, così come a tutti gli altri emolumenti legati all’attività lavorativa. Ad esempio, con la sospensione del contratto non verranno maturati ferie e permessi, come pure la tredicesima e la buonuscita. I periodi di sospensione, inoltre, non saranno validi ai fini della pensione.

Al netto delle conseguenze per i lavoratori, vanno considerate quelle per i datori di lavoro. Questi hanno il compito di controllare che nessun lavoratore Over 50 non vaccinato faccia accesso ai luoghi di lavoro a partire dal 15 febbraio 2022; in caso di mancata verifica ecco scattare una sanzione che va dai 400 ai 1.000 euro per i datori di lavoro.

Il problema è che - così com’è stato per la scuola e le forze dell’ordine dove molti no vax convinti hanno preferito la sospensione dello stipendio al vaccino - c’è il rischio che improvvisamente le aziende si trovino senza personale. A questi nuovi obblighi, infatti, si aggiunge anche l’incremento dei contagi, con sempre più lavoratori in quarantena o in isolamento a causa della variante Omicron.

A tal proposito, nel decreto del 5 gennaio viene prevista comunque la possibilità per le imprese di sostituire i lavoratori sospesi perché senza vaccino: ecco le regole da tenere bene in mente.

Le imprese possono sostituire i lavoratori sospesi: ecco come

Così com’è stato per i lavoratori senza green pass, anche nel caso di chi ha più di cinquant’anni e viene sospeso dal lavoro perché senza vaccino vi è la possibilità di una sostituzione temporanea da parte dell’azienda.

Il datore di lavoro può quindi assumere un nuovo lavoratore che verrà adibito alle stesse mansioni del dipendente sospeso perché non vaccinato, ma con una durata del contratto limitata.

Vi è però un’importante differenza rispetto a quanto era stato previsto per il green pass: in questo caso, infatti, la possibilità di sostituire un dipendente non vaccinato - ma obbligato a farlo - viene data a tutte le imprese, sia piccole che grandi.

I termini entro cui un’azienda può sostituire un lavoratore non vaccinato

Ci sono comunque delle regole a cui le aziende devono sottostare per la sostituzione. Come anticipato, ad esempio, la durata del contratto di sostituzione è limitata, in quanto bisogna comunque mantenere una “finestra” aperta per il lavoratore sospeso, il quale in ogni caso potrà fare ritorno al lavoro dopo 15 giorni dalla prima - eventuale - vaccinazione, quando appunto questo otterrà il super green pass.

Per questo motivo la normativa prevede un termine ridotto, dando comunque la possibilità all’azienda di rinnovare per più volte il contratto del sostituto nel caso in cui la sospensione del dipendente non vaccinato dovesse prolungarsi nel tempo.

Nel dettaglio, il contratto di sostituzione può avere una durata di massimo 10 giorni, rinnovabile però per tutte le volte che si vuole purché entro il termine del 31 marzo 2022.

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