Viaggiare in Spagna è sicuro? Secondo le autorità italiane e tedesche sì, anche se il Paese si trova attualmente nella quinta ondata della pandemia.
Spagna: aumentano i contagi e le ospedalizzazioni. Secondo le autorità spagnole e straniere il Paese si trova nella fase iniziale della quinta ondata. Dopo aver alleggerito le misure di sicurezza la Spagna deve gestire un aumento dei casi e la fine del periodo estivo con i molti turisti in visita.
A preoccupare sono le ospedalizzazione, che in questo periodo coprono ben il 40% dei posti letti in terapia intensiva. In particolare sono i giovani che vengono maggiormente ricoverati, anche se impiegano meno tempo a guarire. La media dei contagiati è scesa infatti da 59 anni della quarta ondata a una media di 51 anni.
Viaggiare in Spagna è però ancora considerato sicuro, ci sono ovviamente delle zone con un più alto numero di contagi, ma altre sono state persino tolte dalla lista ad alto rischio della Germania, sempre molto attenta alle destinazioni delle vacanze dei propri cittadini.
Vacanze a rischio contagio: viaggiare in Spagna è sicuro?
La Spagna, come tutta la penisola iberica, è uno dei luoghi turistici per eccellenza in Europa. Quest’anno, sempre considerando il periodo pandemico, la Spagna ha riscontrato un boom turistico: a giugno contava 2,2 milioni di turisti.
Questo può aver avuto effetti a lunga durata sulla diffusione della variante Delta, che oggi sta mettendo il Paese a rischio. C’è chi parla di allarme quinta ondata e chi invece la dichiara già iniziata. Neanche il tempo di prendere un sospiro di sollievo, ovvero l’eliminazione della mascherina per strada, che i contagi sono saliti oltre i 10.000 casi al giorno.
Per ora però l’Italia, in particolare il sito della Farnesina Viaggiaresicuri.it non ha aggiornato le linee guida per l’ingresso nel Paese, che rimane aperto e senza l’obbligo di quarantena.
Se guardiamo alle mosse tedesche, sempre molto attente ai rientri dei cittadini dalle mete turistiche, possiamo notare una certa calma. Infatti la Germania ha tolto dalla lista delle zone a rischio: Catalogna, le Asturie, le Canarie, la Castiglia-La Mancha e Valencia, confermando invece Mallorca e il resto della Spagna.
I dati della quinta ondata in Spagna
A decretare l’inizio della quinta ondata non è solo la conferma di un aumento dei contagi (su categorie sempre più variegate della popolazione); è soprattutto il numero dei posti letto in terapia intensiva occupati.
Attualmente gli ospedali della Catalogna e di Madrid hanno un tasso di posti letti in terapia intensiva occupati da pazienti covid pari al 40%. L’età media di questi ricoveri si è ulteriormente abbassata, da 59 anni della quarta ondata ai 51 di questa nuova ondata.
Inoltre sempre più giovani manifestano sintomi e devono essere ricoveri negli ospedali, seppure in condizioni più favorevoli e con capacità di recupero nettamente migliore. Infatti i casi di ventenne sono raddoppiati (dal 10% al 19%) mentre i casi di trentenni sono addirittura quadruplicati (dal 4% al 15%). Complice di questi numeri è il periodo di feste e ferie, ma anche la campagna vaccinale è risultata poco efficace, infatti la maggior parte dei ricoverati non è stato vaccinato (tra il 70 e il 90%), perché ancora non è stato chiamato dalle autorità sanitarie.
La Spagna deve cercare di correre ai riparti prima della ripartenza e delle riaperture delle scuole a settembre, infatti non ha ancora immunizzato gran parte dei giovani. Attualmente solo il 52,5% degli studenti tra i 12 e i 19 è stato vaccinato con una sola dose e ancora meno ha ottenuto entrambi le dose (10%).
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