Le probabilità che gli Stati Uniti entrino in recessione si riducono. Ne sono convinti gli analisti di Godman Sachs che hanno abbassato la percentuale di un’eventualità che questo accada nei prossimi quattro trimestri dal 20% al 10%.
A incidere sulla tendenza in atto, secondo gli economisti della banca d’affari, anche i segnali di pace che arrivano dalla Federal Reserve: lo stop all’aumento dei tassi di interesse – è la loro convinzione – sta contribuendo a risollevare il sentiment positivo.
Goldman Sachs: recessione Usa meno probabile
Una decina di giorni fa, il rischio recessione per gli Stati Uniti sembrava molto più concreto. Ad alimentare le preoccupazioni degli osservatori più pessimisti era stata quella pericolosa inversione della curva sui rendimenti Treasury.
Per alcuni, si prospettava un periodo ancor più nero per l’economia americana che avrebbe portato la Fed a tagliare i tassi di interesse.
La situazione è stata ridimensionata nelle ultime ore da Goldman Sachs che stima solo il 10% di probabilità che si verifichi una prossima recessione negli Usa.
“Un allentamento delle condizioni finanziarie ha contribuito a ridurre considerevolmente i rischi al ribasso”
hanno fatto notare economisti come Jan Hatzius e David Choi in una nota.
Il ruolo della Fed
Poche settimana fa, la Fed ha confermato che per il 2019 non ci saranno aumenti dei tassi di interesse. Un atteggiamento dovish o da colomba – come viene definito in gergo – che secondo gli analisti americani è stato probabilmente pensato proprio per ridurre i rischi di una recessione.
È opinione diffusa infatti, che una politica monetaria con bassi tassi di interesse (o comunque senza aumenti in previsione) aiuti la ripresa economica e spinga verso la crescita.
Dunque, la decisione della Fed di prendersi una pausa dall’intervenire sui tassi, secondo Goldman Sachs, ha ampiamente funzionato come previsto.
Qualcosa potrebbe cambiare
Il rallentamento economico e le dinamiche dell’inflazione americana hanno portato la Fed a confermare per il 2019 tassi di interesse tra il 2,25% e il 2,50%, con un eventuale rialzo previsto per il 2020.
Questa pausa, comunque, potrebbe non durare a lungo. Con una migliore dinamica di crescita e il miglioramento delle condizioni finanziarie – segnala ancora Goldman Sachs – la Fed potrebbe rivedere le sue decisioni.
“Mentre gli effetti persistenti della stretta del Q4 gradualmente svaniscono, la Fed potrebbe essere finalmente disposta a rivedere la necessità di avere pazienza, come indicato nei verbali di gennaio”
si legge nell’analisi degli economisti.
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