Chi segue da tempo questa rubrica sa benissimo quanto venga posta l’enfasi sull’importanza di riconoscere i veri breakout, discernendo così quelli buoni senza farsi ammaliare da quelli che in realtà sono soltanto trappole create ad hoc dalle “mani forti” del mercato. Abbiamo più volte ribadito la necessità di un sistema di regole ben preciso, grazie al quale poter individuare senza grossi affanni i segnali di trading basati sui breakout che ci interessano evitando i possibili falsi breakout.
Chiaramente, sebbene queste regole vengano costruite su solide fondamenta – ovvero sui principi basilari alla base del funzionamento dei mercati finanziari – non è detto che i segnali sui breakout che scegliamo per il nostro trading siano sempre efficaci. Ricordiamoci bene che parliamo di probabilità, mai di certezze. Il trading non è una scienza esatta e non esistono ricette magiche per guadagnare sempre. Il trading resta, e sarà sempre, un’arte, che è possibile affinare giorno dopo giorno con l’addestramento tecnico costante e lo sviluppo dell’intuito.
Per restare in tema di “breakout efficaci”, andiamo a dare un’occhiata al grafico evidenziato in alto sul tasso di cambio GBP/USD, ossia la sterlina britannica contro il biglietto verde. Si può notare un breakout ribassista, che rompe il canale equidistante bullish e una micro-congestione (ledge). A un certo punto arriva la conferma dell’inversione del trend: un limpido expansion pivot, che taglia a fette la media mobile a 50 periodi (il chart è basato su un time frame a 4 ore). Da qui solo ribassi: il sell-off è notevole, con i prezzi che scenderanno da area 1,4050 a 1,3550 circa. Che botta per la sterlina!
Alla prossima pillola!
Nicola D’Antuono
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