Telefisco 2019: confronto tra Agenzia delle Entrate e commercialisti

Anna Maria D’Andrea

31 Gennaio 2019 - 10:47

Ad aprire il convegno Telefisco 2019 è il confronto tra il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Antonino Maggiore, e il Presidente del CNDCEC, Massimo Miani. Al centro la fatturazione elettronica.

Telefisco 2019: confronto tra Agenzia delle Entrate e commercialisti

Telefisco 2019 si apre con il confronto tra il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Antonino Maggiore, è il Presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili Massimo Miani.

Al centro del convegno annuale che si tiene oggi, 31 gennaio, non potrebbe che esserci la fatturazione elettronica, l’evento 2019 che ha avuto l’impatto maggiore per imprese, consulenti e professionisti. Un avvio che l’Agenzia delle Entrate sostiene sia stato senza problemi e senza rallentamenti del sistema.

Una dichiarazione che contrasta, in parte, con quanto dichiarato invece del Presidente Massimo Miani, che tuttavia attribuisce ai software privati i rallentamenti e i problemi nella fase di emissione delle fatture elettroniche.

Sul tema si è anche espresso il Vice Ministro del MEF Massimo Gravaglia, che senza giri di parole nell’intervista trasmessa all’apertura di Telefisco ha ribadito come si tratti di una follia, soprattutto tenuto conto che all’avvio dell’obbligo di fatturazione elettronica sono stati imputati due miliardi di maggior gettito, entrate fittizie e che non è detto saranno effettive.

Oggi, ad un mese dall’avvio del nuovo obbligo, qual è il bilancio? A fornire i dati è l’Agenzia delle Entrate, ma la prova del nove sulla tenuta del sistema sarà il mese di febbraio.

Telefisco 2019, Direttore Agenzia delle Entrate: 100 milioni di fatture inserite

Sotto il profilo del funzionamento del sistema bisogna considerare che siamo in una fase iniziale e pertanto serve rodare il sistema. Il Direttore delle Entrate, Antonino Maggiore, esordisce così nel suo intervento che non può che esser incentrato sulla fatturazione elettronica.

Fase di rodaggio che secondo Maggiore fa ben sperare:

“secondo i dati rilevati quotidianamente non sono state rilevate criticità. Ad oggi sono già state inserite oltre 100 milioni di fatture, da parte di oltre un milione e mezzo di operatori. La percentuale di scarto è del 5%, in diminuzione rispetto ai primi giorni dell’anno. La media delle fatture inserite nel sistema è in crescendo ed è pari a 5 milioni rispetto alla media di 800.000 dei primi giorni.”

La prova del nove tuttavia sarà febbraio, tenuto conto che con la moratoria prevista per il primo semestre sarà questo il mese entro il quale i contribuenti con liquidazione IVA mensile dovranno emettere le fatture di gennaio.

Un accentramento di dati che secondo alcuni potrebbe portare al crollo totale del Sistema di Interscambio. Un rischio che non c’è, secondo Maggiore:

“Il sistema sarà in grado di gestire questi picchi, siamo fiduciosi che tutto proseguirà bene. L’Agenzia delle Entrate è pronta a far andare a regime questo sistema che potrà portare ad una vera semplificazione.”

Miani: impreparazione di imprese, studi e società di software alla fatturazione elettronica

Nella giornata di ieri è stato pubblicato dal CNDCEC un sondaggio relativo alle criticità del sistema, che ha confermato quanto sostenuto da tempo dai commercialisti: imprese, studi ma anche le società di software si sono trovate impreparate all’avvio della fatturazione elettronica.

Dito puntato quindi non tanto verso il SdI, ma verso le software house e i gestionali, tra cui anche quello predisposto dal CNDCEC (per le cui criticità Miani si è scusato).

In tema di costi, inoltre, Miani sottolinea come la maggior parte degli studi li sostiene senza trarne benefici.

Ma, anche l’intervento di Miani sottolinea come la vera prova del nove in merito alla tenuta del sistema sarà a febbraio. Il Presidente del Consiglio dei Commercialisti esprime le proprie perplessità, fiducioso tuttavia sulla moratoria delle sanzioni.

Una fiducia che tuttavia non deve far dimenticare il reale problema generato dalle difficoltà nell’emissione e nella trasmissione delle fatture elettroniche, con danni enormi per le imprese.

Il futuro dei commercialisti sono le specializzazioni

Miani è tornato poi su uno dei temi caldi per la categoria: il futuro dei commercialisti, che secondo il Presidente del CNDCEC sono le specializzazioni.

Al tema si lega la recente protesta interna in merito alle nuove competenze attribuite dal Codice della Crisi d’Impresa ai Consulenti del Lavoro. Il CNDCEC si dichiara perplesso sul dibattito interno, perché la discussione che si è generata si scontra rispetto alla necessità ribadita del riconoscimento delle competenze dei commercialisti.

Le professioni intellettuali basano propria forza sulle competenze. Se non ci sono specialisti all’interno della categoria ci penserà l’esterno a farlo, ed è per questo che è necessaria una riforma degli ordini.

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