La somministrazione della terza dose è su base volontaria, ma chi rifiuta va incontro a due conseguenze di peso: revoca del Green Pass e rischi per la salute.
Si sollevano le prime perplessità sul tema della terza dose; all’arrivo degli SMS che rinnovano la possibilità di vaccinarsi contro il Covid-19 c’è chi dubita e vorrebbe rifiutare.
Non effettuare il richiamo però comporta alcune conseguenze sul fronte sanitario, senza contare i problemi legati alla mancanza di rinnovo del Green Pass.
I dati scientifici sul tasso di protezione che il vaccino offre, così come le decisioni prese dal Governo, quindi sono da tenere in grande considerazione prima di abbandonare l’idea di recarsi al hub per la propria dose booster. Ecco perciò una panoramica completa su quello a cui si va incontro dicendo no alla nuova inoculazione.
Perplessità sulla terza dose
Alcune persone stanno già pensando di rifiutare una terza somministrazione trattandosi, anche questa volta, di una libera scelta individuale e non di un obbligo vaccinale. In questi casi però non si tratta solo di una semplice perplessità generica circa l’efficacia di una dose aggiuntiva, quando piuttosto di veri e propri timori legati alla propria salute.
Da questo punto di vista troviamo varie categorie di scettici. C’è chi ha paura di una reazione “più forte” rispetto alle precedenti, chi pensa sia troppo presto e chi non vede in assoluto l’utilità di un richiamo.
A tutte queste domande però si è cercato di dare risposta. A riguardo ad esempio si è espresso Luigi Buonaguro, il direttore dell’unità operativa complessa "Modelli immunologici innovativi” dell’Istituto dei tumori Pascale di Napoli. Le sue parole sono state le seguenti:
“Il 90 per cento dei vaccini che somministriamo è caratterizzato da una prima dose e da due richiami, in genere a un intervallo di tre-sei mesi l’uno dall’altro. Questo è lo schema vaccinale utilizzato in tutti i paesi occidentali e questo è storicamente verificato come il protocollo mirato a ottenere il massimo livello di risposta perdurante nel tempo".
I quesiti più diffusi però sono certamente quelli che riguardando i possibili effetti collaterali di chi ritiene la terza puntura superflua e, quindi, inutilmente rischiosa. In risposta anche stavolta intervengono gli esperti.
Sempre il dottor Buonaguro dice che non c’è alcun dato secondo cui più richiami creano dei problemi al paziente mentre l’immunologo Andrea Cossarizza, durante una recente conferenza, a tal proposito ha dichiarato:
«Gli effetti collaterali sono sempre gli stessi. Sono immediati e a carattere prevalentemente locale come succede con le prime due dosi. Le rare miocarditi che sembrano legate ai vaccini a Rna messaggero invece si risolvono spontaneamente».
Cosa rischi se non fai terza dose?
I rischi maggiori sarebbero quindi connessi ad un mancata somministrazione piuttosto che all’adesione al prosieguo della campagna vaccinale. Tuttavia, qualora si fosse comunque propensi a rifiutare, è bene capire a cosa si va incontro.
Le principali conseguenze di un «no» da parte del cittadino sono due:
- scadenza senza rinnovo del Green Pass;
- vulnerabilità in progressivo aumento a causa del normale decadimento della copertura vaccinale acquisita.
L’assenza di un potenziamento della copertura immunitaria è un effetto scontato. Da sempre si parla di perdita degli effetti di protezione del vaccino dopo 6-8 mesi dalla seconda dose. La variante Delta inoltre può infettare anche i vaccinati e, per quelli che hanno fatto due dosi ma sono stati superati i mesi di copertura garantita dalla vaccinazione, è comunque possibile contrarre la malattia in forma grave.
Una problematica di natura meramente burocratica è invece quella legata alla revoca del Green Pass alla sua scadenza. La sua durata, come certifica il Governo, è stata prolungata a 12 mesi (anziché 9) a partire dalla data dell’ultima certificazione. Qualora però quindi ci si fosse vaccinati già da molto tempo e il tempo stabilito per il proprio pass stia per scadere, senza una proroga garantita dalla terza dose si dovrebbe inevitabilmente ricorrere alla controversa pratica del tampone ogni 48 ore.
Se il Green Pass continuerà ad essere il documento che garantisce l’accesso alle attività sociali, chi non lo rinnova andrà in contro a numerose scocciature, restrizioni e divieti. Sul fronte lavorativo in particolar modo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA